Milano.
È trascorso quasi un anno dalla morte del Killer della Cravatta, ma la caccia non è ancora finita.
Ormai è chiaro: l’assassino aveva un complice.
O almeno, questa è da sempre la convinzione di Walker.
Deluso per l'insuccesso, abbattuto dalla fine del suo rapporto con Clara, il commissario scivola nel baratro.
Depressione, sostengono i medici.
Cazzate, dice lui.
Sul fondo dell’abisso, Walker affida la propria vita al destino e a un vecchio revolver. Vivere o morire, ormai, per lui non ha più importanza.
L’occasione per riscattarsi arriva quando viene rivenuto un cadavere.
Una cravatta dorata attorno al collo.
Il Killer della Cravatta è tornato.
C’è qualcosa di strano, però, che a Walker non torna: perché il killer ha ucciso quel ragazzino invece di Adamo Cornali, l’unica vittima scampata al Killer della Cravatta?
Nemmeno il tempo di riflettere, i cadaveri diventano due.
Inizia una frenetica caccia all’uomo, che non porta da nessuna parte.
Poi, un indizio che pare incastrare l’assassino, ma tutti gli sforzi si rivelano vani, e le indagini tornano al punto di partenza.
C’è un dettaglio, però, nella mente di Walker, che continua a tormentarlo.
Che gli ruba il sonno, gli morde l’anima.
Quando arriva l’illuminazione, si reca nell’unico posto in cui è sicuro di trovare il Discepolo del Killer della Cravatta.
Walker è pronto per catturarlo, ma avviene qualcosa che stravolge di nuovo ogni logica…
Il Discepolo è il sequel de La morte ha l’oro in bocca.
Con questo romanzo si conclude la vicenda del Killer della Cravatta.
Il Discepolo è un thriller d’indagine dal ritmo serrato; i capitoli brevi sono pallottole sparate contro il lettore, che deve arrendersi alla crudele e imprevedibile verità.
Le apparenze ingannano, ma gli occhi di un uomo non mentono mai.
CONSIDERAZIONI AUTORE
Quando scrissi “La morte ha l’oro in bocca” non lo feci con l’intento che la storia dovesse avere un seguito. Non a caso, infatti, il finale era lievemente diverso. Poi, però a qualche settimana dalla pubblicazione, mi venne in mente un nuovo epilogo. Niente di stravolgente, ma sufficiente a far sì che il finale restasse semi aperto, pur mantenendo il romanzo autoconclusivo.
Avevo creato le basi per un ipotetico seguito, pur non sapendo se ci sarebbe mai stato. La storia poteva benissimo avere quell’epilogo. Tutti i tasselli del puzzle si sarebbero incastrati alla perfezione e la vicenda si sarebbe conclusa lasciando un sapore amaro nella bocca del lettore.
Poi, qualche anno fa, mi venne l’idea per un seguito. Me la appuntai e la lasciai lì, a decantare. Nel frattempo scrissi altre storie, in attesa che quella si facesse via via sempre più matura.
E poi, finalmente, esplose e prese vita.
“Il discepolo” è una storia che va oltre il thriller. Oltre alla ricerca dell’assassino, la quale scoperta mi auguro possa lasciare i miei lettori con la bocca spalancata per lo stupore, vengono affrontati argomenti importanti come l’amore, la depressione, il rapporto coi social, il successo e il suicidio.
Un appello direttamente ai miei lettori: “Godetevi Il Discepolo, che io sto già lavorando al terzo volume. Non avrà più nulla a che fare con la vicenda del Killer della Cravatta, ma ci sarà sempre il commissario Walker, alle prese con una nuova esilarante avventura. Un’avventura che avrà due punti cardine: il sesso e la morte! Stay tuned!”
Nessun commento:
Posta un commento