martedì 30 maggio 2017

Segnalazione "L'uomo del terrore (Contaminati Vol. 0)" di Erica Gatti e Sofia Guevara

Vi segnalo il libro "L'uomo del terrore (Contaminati Vol. 0)" di Erica Gatti e Sofia Guevara. Dopo aver letto "Contaminati" non posso non leggere il prequel, e al piu presto la recensione sul blog.


Titolo: "L'uomo del terrore (Contaminati Vol. 0)" 

Autrici: Erica Gatti e Sofia Guevara

Data di pubblicazione: 17 maggio 2017

Pagine: 100


Sinossi:

Quando la giovane e promettente Sof'ja Baryšnikova entra nei Servizi Segreti russi, crede di essere forte abbastanza per affrontare qualsiasi cosa, forte del suo senso di giustizia. Ma nel 2002 la Russia si ritrova catapultata dentro a un incubo: i bambini cominciano a scomparire, e l'FSB si ritrova davanti a un caso che sembra irrisolvibile. Poche tracce e ancora meno piste faranno brancolare la polizia nel buio per due anni, finché compare un nome tra i sospettati. Una flebile speranza che, agli occhi di Sof'ja, sembra solo l'ennesimo buco nell'acqua. Perché il Governo vuole chiudere il caso anche quando il colpevole non sembra esserlo davvero? Chi è veramente l'uomo del terrore? Cosa è successo a tutti quei bambini?

L'uomo del terrore, prequel del romanzo Contaminati, vi porterà a indagare su un orribile mistero insieme a Sof'ja, e tutte le domande porteranno a un solo nome che lei e tutta la Russia non potranno mai dimenticare.

Due estratti dal libro:

«Credi davvero che chiunque stia rapendo quei bambini stia prendendo di mira volutamente solo gli stranieri?»

«È un’opzione che non mi sento ancora di eliminare.» Tornare nei nostri vecchi panni di colleghi mi fece sentire a mio agio. Era un territorio che conoscevo, sapevo muovermi nel modo giusto.

«Un agente non dovrebbe fidarsi in questa maniera del suo istinto.»

Sorrisi a denti stretti. «Questo lo dici tu.»

Dopo un lungo silenzio, Lytkin rispose: «Sarò sincerò, Baryšnikova… ti detesto. Ho come l’impressione che tu e il tuo dannato istinto mi metterete in ombra. Sarachov stravede per te».

Sarachov non faceva altro che pensare in maniera sensata. «Facciamo solo il nostro lavoro, Lytkin. Prendiamo questo essere perverso e diamo pace a queste povere famiglie.»

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«Steven?»

Bussai piano, aprendo poi la porta senza nemmeno aspettare risposta. Sapevo che non era nemmeno necessario io mi presentassi, ma lo facevo comunque, per una forma di cortesia paterna. Steven aveva questa capacità meravigliosa di poter cogliere qualsiasi dettaglio: i suoi sensi erano super sviluppati, per cui era capace di percepire ogni singolo movimento nell’aria come ogni mutamento d’espressione. Era più di una perspicacia, la sua capacità era… quasi un potere.

«Mastjer, Padrone.» La sua voce mi arrivò lieve; entrai nella sua stanza e lo trovai intento a guardare il soffitto.

«Steven, è il tuo compleanno.»

«Il compleanno viene solo una volta all’anno» canticchiò ancora una volta.

Ancora più felice di aver scelto quel regalo, mi avvicinai al suo lettino, mormorando: «S dnem roždenija». Gli auguri di buon compleanno parvero riscuoterlo un po’: finalmente si voltò e mi guardò negli occhi. Fui folgorato dalla somiglianza con Matvei. Per quanto avessi cercato di adottare un distacco nei suoi confronti in quell’anno e mezzo trascorso insieme, continuavo a rivedere riflesso in lui il figlio che avevo dovuto imparare a dimenticare un po’ troppo presto.

«Sei triste» affermò, posando per un istante fugace lo sguardo sul mio viso, per poi spostarsi a guardare il pacchetto blu che tenevo in mano. «È per me?»

«Perché dici che sono triste, Steven?»

«Mi chiamo Evan.»

Un brivido mi solleticò la nuca. «No, non più, Steven. Ne abbiamo già parlato.»

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