lunedì 17 febbraio 2020

Recensione "DSA E tu sai come comportarti?" di SOFIA ERZEL - CIV EDIZIONI

Nel weekend ho terminato di leggere il libro dell'autrice ed ora sono felice di parlarvene. Naturalmente non c'è nessuna trama da raccontare, vi parlerò delle mie impressioni sul testo da lei scritto. 

Inizio dalla dolcissima dedica dell'insegnante Fioretta Mari:

"Sofia cara solo un'anima sublime può concepire un libro simile!
Complimenti dolce bambina mia
che ho visto piccolina e adesso sei diventata
una donna veramente in gamba. 
Con tutto il mio amore ti abbraccio!" 

È molto bella anche la prefazione della giornalista Anna Laura Bussa. 

Ci tenevo tantissimo a leggere questo libro in quanto la cosa mi tocca direttamente.

Un argomento delicato in cui purtroppo anch'io ho sbattuto il viso più e più volte.

Un libro scritto da una ragazza adolescente, dove dà semplici suggerimenti inerenti a tutte quelle difficoltà che ha dovuto affrontare finora nella vita personale e soprattutto nella vita scolastica.

Esperienza personale della giovane autrice che ci trasporta attraverso le pagine del libro verso ciò che ha dovuto affrontare, piccoli e grandi problemi, dovuti soprattutto all'ignoranza delle persone. 

Carinissima la citazione di William Shakespeare che l'autrice ha voluto nel suo libro:

"NON C'È ALTRA OSCURITÀ CHE QUELLA DELL'IGNORANZA" 

A volte la società stessa non aiuta. L'autrice ci fa capire che anche nei più semplici e "innocenti" gesti da parte di chiunque (che sia una madre, un'amica o un estraneo) possono sconvolgere un ragazzo DSA. La loro sensibilità e il loro modo di "vedere" e affrontare la vita, diverso da chiunque ma non per questo meno importante di altri, dovrebbe fare in modo di far capire che a volte la strada può essere, non solo dritta, ma può essere anche ricca d'insidie, di curve e ostacoli, l'importante è poter percorrerla in serenità ed arrivare comunque al traguardo. E chissene frega se viene raggiunto il traguardo con ritardo rispetto agli altri. La cosa fondamentale e importante è che si arrivi, nonostante tutto. Ognuno ha il suo modo di fare, il loro modo unico ma speciale di affrontare le cose, alcuni devono semplicemente trovare il loro... 

Sarebbe necessario trovare l'appoggio giusto da parte delle persone che ci sono fianco dei ragazzi DSA, in quanto potrebbero supportare meglio tutte le loro difficoltà.

Ma è proprio nelle scuole che a volte i "dislessici" trovano i loro primi problemi. Purtroppo ancora oggi, molte maestre non sono in grado di aiutare questi ragazzi. Anzi, il più delle volte peggiorano la loro situazione, sgridandoli o urlando loro in faccia le loro difficoltà. Creando ancora più scompensi nella loro vita. 

"A VOLTE VI SENTITE SCEMI O INCOMPRESI, MA DOVETE RENDERVI CONTO DI NON ESSERE COSÌ. NON SIETE SCEMI NE RITARDATI. SIETE SOLO DIVERSI. E SE VI SENTITE INCOMPRESI PARLATENE..." 

E questo purtroppo non solo è successo all'autrice, ma oggi ne parlo per esperienza personale e diretta. A mio figlio alle elementari è stato consigliato di fare i test poiché presentava agli occhi delle maestre delle difficoltà. È stata certificata dalla ASL sia la disgrafia che la disortografia. Eppure, nonostante ciò, fino alla fine della quinta, una sua insegnante gli "urlava" in faccia "Guarda che pasticcio... Guarda come scrivi male..."
Inoltre tutte le sue maestre dopo averlo segnalato anche "come un bambino con disturbi dell'attenzione" , fino all'ultimo si sono lamentate che il bambino si "distraeva" portando così mio figlio a un tale livello di stress e di conseguenza a un basso livello scolastico. Inutile dire che dalle elementari ne sono uscita "distrutta" dai loro comportamenti ma soprattutto dalle loro parole, criticando il bambino anziché sostenerlo. Versando anche parecchie lacrime. 

Ma evidentemente loro non riuscivano a "collegare" le due cose (disturbo dell'attenzione e la distrazione del bambino). Mio figlio naturalmente ha vissuto male quel periodo, ma fortunatamente quest'anno alle medie ha trovato professoresse davvero in gamba, che capiscono le sue difficoltà e soprattutto non lo "affondano" tra i suoi problemi, ma lo stanno aiutando tantissimo.

"POTETE FARE QUELLO CHE VOLETE.
POTETE SEMPRE ARRIVARE DOVE ARRIVANO GLI ALTRI E POTETE FARE ANCHE DI PIÙ. PONETEVI DEGLI OBIETTIVI E LOTTATE.
E SACRIFICATEVI PER RAGGIUNGERLI. 
NON ASCOLTATE LE PERSONE CHE CERCHERANNO DI DEMORALIZZARVI. 
INIZIATE CON OBIETTIVI PICCOLI FINO AD ARRIVARE A COSE MOLTO PIÙ GRANDI COME IL LAVORO DEI VOSTRI SOGNI. 
SE VOLETE FARE IL MEDICO NON FATEVI FERMARE PERCHÉ VI DICONO CHE È UN PERCORSO LUNGO E FATICOSO. 
SE VOLETE FARE LO SCRITTORE O IL GIORNALISTA NON FATEVI FERMARE DAL FATTO CHE SI DEVE LAVORARE CON TANTE PAROLE E LETTERE.
NON FATEVI FERMARE MAI, NEANCHE SE VOLETE STUDIARE LE LINGUE. 
NULLA E NESSUNO PUÒ FARVI SENTIRE INFERIORI. 
SIATE CHI VOLETE ESSERE VOI."

Nelle scuole dovrebbero fare corsi d'istruzione e poi corsi di aggiornamenti continui alle maestre, così da renderle idonee e in grado di poter aiutare e risolvere i problemi dei dislessici, che purtroppo evidentemente sottovalutano ancora.

"NON SONO UN ASINO, 
NON SONO STUPIDO, 
NON SONO PIGRO, 
SONO DISLESSICO."

Un manuale interessante in cui l'autrice da la sua opinione personale. 

"Un ragazzo DSA, sia prima della diagnosi, sia dopo, si sente comunque un diverso. 
Quando è alle elementari e alle medie, crede di essere stupido soprattutto perché i compagni lo fanno sentire così per via delle risatine e delle battutine che gli riservano quando "sbaglia". 
E alle superiori non va meglio perché, sempre i compagni di classe, rompono con frasi tipo:
"Prendi questi voti solo perché hai le verifiche semplificate..." o "Sei aiutato perché non riesci da solo"

Ci dovrebbero essere accorgimenti oltre che buon senso da parte degli insegnanti per valutare attentamente ogni singolo caso e dare la giusta attenzione ad ogni singolo alunno per aiutarlo ad affrontare il mondo senza difficoltà e superare ogni ostacolo che si presenta loro lungo il cammino della vita. Anche perché è proprio da piccoli che si dovrebbe dare loro la possibilità di essere se stessi senza discriminazioni di nessun tipo, per "creare" le basi del loro futuro. 

"FARE BATTUTE SARCASTICHE NON AIUTA."

Voglio chiudere la recensione con la frase di Albert Einstein che l'autrice cita nel libro:

"OGNUNO È UN GENIO. MA SE SI GIUDICA UN PESCE DALLA SUA ABILITÀ DI ARRAMPICARSI SUGLI ALBERI LUI PASSERÀ TUTTA LA VITA A CREDERSI STUPIDO."

È un libro scritto molto bene nonostante la giovane età dell'autrice. Consiglio di leggerlo per dare così la possibilità all'autrice di poter aiutare anche altri ragazzi che si trovano nelle stesse difficoltà che ha dovuto affrontare lei stessa. E aiutare così anche i genitori ad affrontare insieme ai loro figli questo percorso... 

Anche perché in fondo dislessici si nasce... E magari anche noi lo siamo ma non lo sappiamo ancora...

In modo semplice ma assai diretto ha sintetizzato e trascritto su carta, attraverso le pagine del suo libro, tutte le difficoltà che purtroppo ha dovuto affrontare finora, dando semplicemente ma in modo efficace dei consigli davvero utili. Attraverso le sue parole io vedo la sua "rinascita" in una società (spesso) difficile e fredda. 

Grazie mille per avermi fatto leggere il tuo libro e in bocca al lupo Sofia per tutto quello che ti aspetta nel tuo futuro. Sei stata davvero molto brava.

Germana Pensieri Sconnessi 



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