lunedì 29 giugno 2020

Segnalazione "UN MOMENTO FA, FORSE" di GIOVANNI ARDEMAGNI - PEGASUS EDITION

Voglio inoltre segnalarvi in collaborazione con Luca Terlizzi, Book Publicist e con la Casa Editrice Pegasus Edition l'uscita del libro "Un momento fa, forse" di Giovanni Ardemagni.

È la storia di due licenziamenti, di un'amicizia intensa, di un amore intimo tra un uomo solitario e una prostituta, di vita e di morte, dello scorrere incessante del tempo.

Il romanzo è ambientato in Svizzera ed è basato su fatti realmente accaduti.


Di seguito trovate tutte le info del libro. 

Germana - Pensieri Sconnessi

Titolo: Un momento fa, forse
Autore: Giovanni Ardemagni
Editore: Pegasus Edition
Genere: Narrativa
Pagine: 154
Costo: €12,35
Link Amazon: https://www.amazon.it/momento-fa-
forse-Giovanni-Ardemagni/dp/8872110998
Link pagina autore: https://www.facebook.com/gscrive/


TRAMA

In una Zurigo frenetica, il tempo si ferma, un momento fa, forse. Due amici, Marcel e G., vengono licenziati dalla loro azienda. Essere licenziati a 50 anni non dovrebbe essere una condanna ma un'opportunità di proseguire il proprio cammino verso una realizzazione personale in crescendo, invece il romanzo di Giovanni Ardemagni ci rimanda in modo implacabile alla fragilità di una società mediatizzata, convulsa e sterile di soluzioni appropriate alla grandezza dell'uomo, lasciando i due protagonisti al loro libero arbitrio.
Storia di due licenziamenti "over 50", di 
un'amicizia intensa, di un amore intimo tra un uomo solitario e una prostituta, di vita e di morte, dello scorrere incessante del tempo.

Tratta da fatti realmente accaduti. 


ESTRATTO

Piano piano sta scendendo la sera. A circa un chilometro dall’auto veniamo sorpresi dal più classico dei temporali, breve e intenso.
Sto per correre ma Marcello mi tiene per un braccio e mi fa: «Da quanto tempo non 
cammini sotto un temporale come facevi da bambino, fregandotene della pioggia?».
Ci incamminiamo con calma, parliamo sotto l’acqua.
Lo guardo e non posso non vedere quanto si stia divertendo. A un certo punto parte a scatto e salta a piedi uniti in una pozzanghera. Poi si gira verso di me, braccia al cielo e ride come un matto.
Ora, vedere un uomo di oltre cinquant’anni, di quasi due metri, di oltre cento chili saltare in una pozzanghera e ridere come un matto è qualcosa non di surreale, non solo di unico, ma semplicemente, di assolutamente magnifico.
“Dio mio Marcello, per me sei fuori come un lampione” e scoppio a ridere come se 
scoprissi la prima volta in vita mia quanto faccia bene ridere a crepapelle.
«G, fuori come un lampione? UN lampione?» 
«Lascia stare Marcello, lascia stare!» 
E giù a ridere. Raggiungiamo l’auto.
Fradici d’acqua saliamo, inzuppando i sedili della mia povera dea.
Il temporale è passato, il cielo si sta aprendo regalandoci dei giochi di rosso impressionanti.
Metto in moto, faccio retromarcia. Solo cento metri e Marcello, con un tono di voce seria e decisa, mi dice:
«Non rallentare e chiudi gli occhi sino a quando te lo dico io!».
«E tu mi guidi?».
Chiudo gli occhi.
Marcello alza il volume della radio proprio sul battito cardiaco, su quei ventidue secondi di Time dei Pink Floyd, e questo non fa che alimentare il brivido.
Mi assale una paura del diavolo, ma non rallento.
Lui insiste.
«Non aprire gli occhi! Tieni duro!».
Guido e ho gli occhi chiusi, e non rallento. Sento lo spericolarsi che mette tutto in un 
equilibrio paradossale e meraviglioso. 
«Marcello, questa è pura follia!» esclamo ad alta voce. Il cuore mi va a mille. Rido… e poi rido ancora!
«Frena!».
Freno di scatto, e sono in mezzo alla corsia come niente fosse.
«Vedi, l’hai detto. Hai pronunciato la parola magica!». 
«Che parola?».
«Follia. È la follia che ci fa vivere oltre i nostri stupidi e assurdi limiti, amico mio!».


BIOGRAFIA

Giovanni Ardemagni nasce nel 1959 a Stabio, Cantone Ticino, Svizzera. Studia presso la scuola Interpreti di Zurigo quale 
traduttore per Italiano, Tedesco, Francese e Inglese. La sua carriera professionale lo vede in posizioni manageriali presso 
Corrieri internazionali. Ricopre la funzione di CEO per Poste Svizzere in Italia. In tale periodo sponsorizza il concorso internazionale di rilegatura d’arte, svoltosi tra Macerata e Assisi, per rilegare il Cantico delle creature di San Francesco, opera tradotta in tutte le lingue al mondo e in tutti i dialetti nazionali italiani. Giovanni cura personalmente un paio di traduzioni.
Nel 2016 pubblica con Youcanprint il romanzo “Il camaleonte equilibrista, osteria con alloggio”, premiato nel 2019 col 
primo posto al concorso nazionale Narrativa Indipendente a Treviglio (BG). Il romanzo è stato presentato nell’Hortus del 
Comune di Cingoli, Macerata, dove è ambientato il romanzo, su invito del Comune stesso, e alla Casa dei Ciechi di 
Lugano (Svizzera), dove viene tradotto in Brail.
Nel 2017 L’accademia Petrarca premia il racconto “Un grande amore e niente più”, tratto dal romanzo, in un concorso 
dedicato a Maria Callas.
Nel 2019 pubblica il romanzo “Un momento fa, forse” che tratta un tema molto sentito negli ultimi anni: il licenziamento degli “over 50”. Il romanzo ottiene il primo posto al concorso Città di Cattolica, Pegasus Award, che porta a un contratto 
con la casa editrice Pegasus Edition.
Il romanzo è stato presentato a Mendrisio (Ottobre 2019 presso La Filanda), a Milano nell’ambito della rassegna letteraria nazionale “Meet Book” (Ottobre 2019) e a Roma presso libreria Mondadori in tandem con un altro autore, Maurizio Carletti.
"Un momento fa, forse" ha venduto più di 1000 copie.


RECENSIONE DI JACQUES RAGAN, ECONOMISTA

Il terzo romanzo di Giovanni Ardemagni non è solo la storia di un licenziamento “perché vecchio”, storia di amicizia intensa, di solitudine di un amore intimo tra un uomo solitario e una prostituta, storia di libero arbitrio con un finale tinto di giallo/noir (la cosa interessante è che sarà il lettore a giudicare se è omicidio o suicidio) ma è anche un invito a fermarci: non per contemplare il lago di Zurigo, i paesaggi suggestivi della Svizzera o per rifugiarsi in false note dettate da un lontano e remoto passato glorioso, quello dei coloratissimi anni del boom economico, ma piuttosto per amicarsi quell’attimo vitale per affrontare con un timido coraggio le proprie ombre onnipresenti e spietate. Il romanzo di Ardemagni è un pugno allo stomaco che ci lascia senza fiato, increduli e profondamente scossi dai colpi impietosi di una vita che si sperava lineare e serena.
In un mondo lavorativo senza etica dove si è anziani a 30 anni, moribondi a 40 e sepolti a 50, non c’è posto per l’empatia e la compassione malgrado la sincera confessione di Marcel, un gigante bernese, perso in una solitudine incompatibile con la sua ricchezza interiore: 
“Per me il mio lavoro è come un faro. Il mio modo di concorrere con il mio io in questa vita, e mi crea l’illusione di essere indispensabile per qualcuno. Se perdessi il lavoro... non so, non so. Avrei paura.”
In una Zurigo frenetica, il tempo si ferma, un momento fa, forse. Due amici, Marcel e G., vengono licenziati dalla loro azienda. Essere licenziati a 50 anni non dovrebbe essere una condanna ma un’opportunità di proseguire il proprio cammino verso una realizzazione personale in crescendo, invece, il romanzo di Giovanni Ardemagni ci rimanda in modo implacabile alla fragilità di una società mediatizzata, convulsa e sterile di soluzioni appropriate alla grandezza dell’uomo, lasciando i due protagonisti al loro libero arbitrio.
Ed è questo il tema principale del romanzo: cosa decidiamo di fare davanti alle avversità che ci propone la vita: abbandonare il palco, consumarsi di sterili pianti o lottare e ripartire più forti, convinti di non essere marionette manovrate dagli dei Chronos o Ananke. Giovanni Ardemagni, attraverso personaggi toccanti, disperati ma magnificamente 
unici e uno stile graffiante, pulito, generoso, con una punta di ironia ci rimanda alla nostra propria solitudine davanti alle grandi scelte di vita. È chiara e forte la voce dell’autore che al di là della tragedia che si compie esalta la magnificenza della vita in tutte le sue venature e lascia una piccola speranza, come il taglio di una tela di Fontana, che ci invita a possibili aperture verso altre vie di fuga.

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