venerdì 7 agosto 2020

Segnalazione libri “Il compratore di tempo” di Ramiro Baldacci - "Conforto" di Black Rainbow - "Rebirth Imma Carrozza e "Gioca con tuo padre" di Federica P. Amadori

Buongiorno, anche questa mattina in previsione del fine settimana vi segnalo alcuni libri. I titoli sono :

- “Il compratore di tempo” di Ramiro Baldacci 
- "Conforto" di Black Rainbow
- "Rebirth Imma Carrozza
- "Gioca con tuo padre" di Federica P. Amadori


Di seguito le info di tutti i libri. 

Germana - Pensieri Sconnessi 


AUTORE: Ramiro Baldacci
TITOLO: Il Compratore di Tempo
© 2020 – Il Seme Bianco
ISBN 9788833611921
PAGINE: 216
PREZZO: 18,90 euro



“IL COMPRATORE DI TEMPO”


TRAMA

Che senso ha il tempo? A cosa serve davvero la scuola? Può l’amore avere età, confini o condizioni?

È quello che scopriranno Lucia e Alessandro, due adolescenti al terzo anno di liceo, nel libro “Il compratore di tempo” di Ramiro Baldacci edito da Il Seme Bianco.

La storia dei due protagonisti sembra simile a quella di tanti altri ragazzi della loro età, con una rabbia manifesta verso i propri genitori e i disagi di un periodo della vita che non sarà mai compiutamente compreso. A un certo punto, nello scorrere della loro vita ordinaria, accade qualcosa di imprevisto. Lucia affronta l’abbandono di un’amica, la delusione di relazioni tutte uguali, la paura di sentirsi sola, con la dolorosità di un trauma vissuto due anni prima che riaffiora e condiziona tutte le sue relazioni. Alessandro invece parte per un viaggio, dentro il tempo e dentro la vita di Lucia: attraverso le materie scolastiche su cui si sviluppa la storia (filosofia, matematica e latino) vedrà mondi ed epoche sconosciute, vivrà situazioni nuove e impreviste, conoscerà i grandi personaggi della storia nella loro realtà di vita, si perderà, ma alla fine troverà se stesso, l’amore di Lucia e il senso della sua esistenza: “È questa dimensione dell’amore – capace di donarsi – che fa la differenza tra un pavido ed un eroe”.


TARGET

Il libro è adatto a tutte le età ma si rivolge in particolare ai ragazzi della generazione Z: iperconnessi, distratti, fragili nelle relazioni eppure capaci di creare legami forti e grandi mobilitazioni; indecifrabili se guardati dall’esterno, da piattaforme che pretendono di rappresentarli, ma ne catturano solo la superficie. Per sentirne le voci autentiche e catturare la vera essenza dell’immagine, serve abbassare il volume dei like e dei selfie, come avviene al protagonista Alessandro, che viaggia nel tempo e si ritrova in epoche in cui la globalizzazione digitale è inesistente, e ascoltare il loro vero cuore, pieno delle paure e delle incertezze tipiche dell’adolescenza ma anche di entusiasmo e voglia di assumersi grandi responsabilità. E la soluzione per risolvere le difficoltà viene proprio dal cuore e dallo slancio che ne deriva.


VALORI

Il libro contiene spunti utili a stimolare le riflessioni di tutti e dei ragazzi della Generazione Z in particolare. Il tema portante della narrazione è il senso della scuola, su cui spesso si interrogano i personaggi, che va a intrecciare ed evocare domande sul senso della vita più in generale. La rabbia, che spesso offusca l’agire dei protagonisti, nasconde infatti una grande domanda di senso a cui ancora non hanno trovato risposta. Vengono anche valorizzati temi particolarmente attuali come il rispetto dell’altro, attraverso la citazione di alcuni episodi di bullismo e violenza di genere; il valore dell’amore nella storia personale di ognuno, sia per i due protagonisti che per i vari personaggi storici che incontrano; la profondità dell’amicizia, capace di andare incontro alle esigenze dell’altro; il senso della fede, intesa come luogo di ascolto e di accoglienza; il ruolo della musica come canale di comunicazione universale e trasversale.

Il libro accetta la sfida della frammentarietà del racconto oggi diffusa strutturandosi su 3 “episodi”, come fosse una serie TV. Per ciascuno dei 12 capitoli viene poi proposto l’ascolto di un brano musicale attinente ai temi trattati, fino a creare una vera e propria playlist che accompagna il lettore tra le pieghe del tempo e della storia. In questo modo l’esperienza sarà multimediale, non solo attraverso la lettura, ma anche attraverso un’immediata percezione visiva e il piacevole coinvolgimento musicale.


IL PROGETTO CHE SI INTENDE SVILUPPARE

Parallelamente alla pubblicazione de “Il compratore di tempo” si propone di dare avvio a un progetto, in collaborazione con gli Istituti didattici, che possa coinvolgere i ragazzi della Generazione Z attraverso contest specifici e crossmediali. L’obiettivo è di stimolare tutti gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado a raccontarsi attraverso testi, video, foto e iniziative multimediali, guidati sui temi specifici che emergono dal libro e che vengono rilanciati sui vari canali social oggi disponibili, in modo che non sia sempre il mondo degli adulti a definire questa fascia d’età, ma siano loro a dare il taglio con cui vedono i grandi temi della scuola, del rispetto, dell’amicizia e dell’amore.


Già disponibile online su Amazon, Feltrinelli, IBS e Libreria Universitaria e, su ordinazione, in tutte le librerie italiane




BIOGRAFIA

Ramiro Baldacci è nato nel 1974 a Roma, dove lavora; vive a Monterotondo. Laureato in 
Giurisprudenza e in Scienze Religiose, sposato, padre di due figli già grandi, lavora nel mondo 
delle Media Relations.
Autore di racconti, predilige storie che colgano la profondità dell’esistenza ma partendo dalle 
piccole cose della vita quotidiana. Ama la musica e il cinema.


ESTRATTO

Non devi preoccuparti di questo, Alessandro. È questo amore che fa la differenza tra un 
bambino e un uomo, è questa dimensione dell’amore – capace di donarsi – che fa la differenza tra 
un pavido e un eroe.

STRILLO

Sono pronto a comprare il tuo tempo, lo pagherò donandoti il senso della vita.


Titolo : Conforto
Autore : Black Rainbow
Genere : poesia
Numero pagine : 78

Acquistabile presso i siti online : Mondadori, Feltrinelli, Ibs, Amazon, Libreria Universitaria ecc.

Sinossi

“Conforto” è una raccolta di componimenti poetici, nel suo ordine sparso e a tratti illogico, con le sue varie tematiche, è un libro che vuole esservi vicino. Cos’è un buon libro se non un fedele amico? Cos’è l’arte se non la nostra consolazione?

Titolo: Rebirth

Autrice: Imma Carrozza


PROLOGO

Per essere felici non ci vuole tanto, per essere felici non ci vuole quasi niente. Niente che non sia già dentro di noi. E quando lo capiamo, tutto cambia: un giorno ti svegli e c’è di nuovo il sole. Sentiamo che tutto è diverso, tutto è luminoso e ciò che prima ci sembrava impossibile, diventa realizzabile. A me è successo così. Dopo una notte buia come nessun’altra notte è arrivato il sole a rischiarare l’oscurità e ogni cosa è stata diversa. È stato come risorgere dalle ceneri, come una fenice che rinasce più forte e bella di prima. Era un venerdì di una settimana qualunque e io non potrò mai dimenticare quella notte, la stessa che mi ha tremendamente cambiata. La mia valigia sul letto è testimone di questo mio nuovo inizio, è pronta a diventare partecipe di un nuovo futuro che, sono certa, mi accoglierà a braccia aperte. Un futuro che per tanto tempo mi è sembrato irraggiungibile, insignificante e vuoto. Per diversi aspetti un futuro che mi era stato sottratto con la forza. Ma ho imparato, a mie spese, che non bisogna mai arrendersi, non si deve mai smettere di lottare, specie quando qualcuno prova a tarpare le tue ali, spegnendo quella luce che vive dentro e fuori di te. Perché questo è ciò che l’amore malato riesce a fare... Tante volte le persone sono capaci di assorbirti in un modo così totale che neppure ti accorgi di quello che stanno facendo. Non ti rendi conto che sono come serpenti incantatori e che il loro non è amore: perché l’amore non è sofferenza, l’amore non è possessività, gelosia... l’amore non deve logorarti dentro. L’amore è fatto di carezze e non di schiaffi, di complimenti e non di offese. L’amore è il sole, l’amore è sentirsi liberi, è fiducia e speranza. L’amore è sentirsi amati senza elemosinare nulla, l’amore è... tante cose. Con le mie sole forze sono riuscita a decidere per me, a prendere in mano la mia vita per cercare di farne un capolavoro. Perché non importa dove sei o cosa fai, quanto hai sofferto o quanto ancora soffrirai, anche se l’oscurità continua ad avvolgerti bisogna sforzarsi di uscire per rivedere la luce. Quella luce che arde dentro te e nonostante tutto non si è mai spenta. Un turbinio di pensieri affolla la mia mente, mentre prendo i miei vestiti, li piego, li sistemo e cerco di far entrare più cose possibili in valigia. Mentre lo faccio mi guardo intorno, cercando di rivivere i momenti felici trascorsi in questa camera che sa tutto di me. Il mio sguardo vola sulle foto che ritraggono una me sorridente e spensierata, ma decido di lasciarle lì insieme a tutti i ricordi di una vita vissuta; anche le lacrime versate. Questa camera mi ha protetta, nascosta dal mondo cattivo e marcio che mi circondava, ed è per questo che non posso dimenticare quei giorni felici trascorsi qui dentro insieme a mia sorella. I momenti affacciata a quella finestra che dà sulla strada alberata, con in sottofondo il mare, custode di sogni che mi sembrano troppo grandi. Il freddo marmo sotto i miei piedi nudi mi risveglia dal torpore nel quale sono appena caduta mentre sistemo le ultime cose. L’atmosfera qui dentro riflette il mio stato interiore, e immersa nella luce solare che filtra dalla grande finestra, tutto mi saluta. Il grande letto a una piazza e mezza, i cuscini che tanto adoro, l’angolo allestito per i miei disegni e le mie creazioni, tutto è silenzioso, fermo, quasi stia osservando ogni mio singolo movimento. Una lacrima sfugge al mio controllo ma l’asciugo subito con il dorso della mano perché è arrivato il momento di andare, di iniziare la mia nuova vita. Scaccio via la tristezza, la nostalgia che ero sicura presto si sarebbe fatta sentire e faccio esplodere la felicità e l’euforia per ciò che di nuovo mi aspetta. Faccio un lungo respiro, infilo le mie Jimmy Choo e liscio la camicia portafortuna verde bottiglia, che indosso nei momenti importanti. Do un’occhiata ai documenti e al biglietto aereo. Il mio cuore batte forte mentre finalmente muovo i primi passi verso la libertà. Verso la vita che ho sempre sognato. Mi resta solo la parte più difficile: dire addio alla mia famiglia. Loro sono l’unico legame con questa città. Infilo il blazer, chiudo la valigia e metto nella borsa tutto il necessario per partire alla volta della città che accoglierà la nuova me, così come ha già accolto le migliaia di sognatori che hanno imparato a non arrendersi. Porterò con me un’unica foto che guarderò ogni giorno, per ricordare chi sono. Chiudendo la porta do un ultimo sguardo e dico addio alla mia vecchia vita. Scendendo le scale respiro a pieni polmoni i profumi che mi sono familiari. Di sotto, la mia famiglia mi attende.  Li saluto con un bacio, li abbraccio sorridendo a mia volta, perché voglio che capiscano che il passo che sto per fare mi rende felice. Potrei dire mille parole ma sono i miei occhi a parlare per me, mi volto e vado via. Sono pronta ad affrontare tutto quello che la vita ha in serbo per me. Dopo tanta pioggia, non può che uscire solo un grande arcobaleno. Mi dirigo verso l’uscita e lì la vedo, la mia grande opportunità.


 1


Linda Everson

Sento l’odore del caffè pungermi il naso, inizio ad aprire gli occhi piano per abituarmi alla luce del mattino, rimango ferma e immobile sdraiata sul mio letto, fissando il soffitto completamente bianco. Mi diverto a tracciare linee e contorni dai colori più disparati, immaginando di disegnare su una grande tela sprazzi della vita che ho deciso di vivere. Amo i colori, credo siano una costante fondamentale in ognuno di noi. I colori sono vita e ognuno dipinge il proprio quadro secondo le sfumature delle proprie scelte. La vita infatti è fatta di scelte, scelte che avrei potuto fare e che invece non ho fatto e di attimi, invece in cui la possibilità di scegliere non l’ho proprio avuta. Ho imparato nel corso del tempo, che ci sono situazioni che cerchi mentre altre ti vengono a cercare. Non hai scelta, arrivano e dopo non sei più la stessa. Ed è a quel punto che bisogna capire se tirare fuori il coraggio e affrontarle, oppure se sia meglio tagliare la corda e scappare via. Io ho scelto di affrontarle! Ho deciso di dare una svolta alla mia vita, correndo verso sogni che per tanto tempo sono stata costretta a tenere rinchiusi. Farò in modo che i toni del grigio e del nero non sovrastino i colori vivi che mi caratterizzano. La mia anima è verde di speranza, il mio cuore è di un rosso intenso, e l’azzurro di un cielo che mi mette allegria abbraccia il giallo di un caldo sole che illumina il mio cammino. Nonostante le paure e le cicatrici ancora aperte, neanche per un secondo ho smesso di rimanere attaccata a quello in cui credo, voglio vivere la mia vita d’ora in poi. Lascerò che il cuore mi guidi, e troverò la mia vera identità. Mi giro sul fianco e abbraccio il cuscino, unica compagnia nelle notti perfide. Alzo lo sguardo verso il comodino, e come se avessi preso la scossa scatto in piedi. Sono in un ritardo bestiale e ancora devo preparami, la sveglia non ha suonato, di nuovo, sempre che io non abbia dimenticato di impostarla... di nuovo. Esco dalla mia camera e corro in bagno, mentre Ellison ride guardandomi. “Linda, ancora? Devo regalarti un impianto di allarme da mettere in camera, forse così riuscirai ad essere puntuale al lavoro. E anche a dedicare un po’ di tempo alla tua migliore amica degnandoti di fare colazione insieme a lei” dice fingendosi offesa. Quasi ogni mattina mi dice la stessa cosa. E ha ragione. Seduta sullo sgabello dell’isola della cucina mi fissa mentre cerco di fare più in fretta possibile, se ne sta lì beata mentre io vado su e giù tra bagno e camera da letto.                                                                                            “Ellison hai ragione, perdonami. Sai che ti voglio bene ma il tuo caffè è orribile” urlo mentre prendo dentro al cassetto l’intimo da indossare e sorrido. Si ostina a fare un doppio caffè forte che, a suo dire, dovrei bere senza zucchero. È pazza, quella è una tazza di veleno! Torno in bagno, mi trucco velocemente e spazzolo i capelli. New York in primavera è spettacolare, tutto fiorisce, e anche se si tratta di una città caotica con enormi grattacieli l’aria è d’avvero frizzantina, e non parlo solo del tempo ma anche dell’umore di chi ci vive. È tutto così frenetico, ma nonostante questo, il sorriso stampato sul viso della gente è contagioso, quando li incroci per strada. Anche io sorrido, anzi ultimamente lo faccio spesso. Specie quando mi sveglio e sogno ad occhi aperti o quando vado al lavoro. Il lavoro che mi permetterà di realizzare il mio grande sogno. Metto una camicia color nocciola e un jeans nero dal taglio largo e ci abbino un sandaletto tacco a spillo. Guardo per un momento la mia immagine riflessa allo specchio e vedo una donna pronta ad affrontare il mondo, perlomeno all’apparenza! Sono cosciente delle angosce e delle paure che ancora mi perseguitano. Esco di corsa dal bagno, Ellison sta ad aspettarmi seduta ancora all’isola della cucina. “Pronta, finalmente?” mi canzona e io alzo gli occhi al cielo. “Tu non devi andare a prepararti? Lo studio non aspetta le tue direttive per il prossimo party da organizzare?” uso il suo stesso tono per ricordarle che anche lei ha i suoi impegni. All’inizio regge il mio sguardo come a voler rispondere a tono, poi cambia e s’illumina come sempre quando deve darmi una bella notizia. “Sì, assolutamente! Sono entusiasta perché ieri ci sono arrivate parecchie proposte, due in particolare hanno catturato la mia attenzione: una festa in maschera e un party parecchio particolare per un’azienda molto famosa che promuove nuovi prodotti” ecco lo sapevo!  Ellison è la migliore nel suo lavoro, organizza eventi per l’alta società di New York. Si è trasferita qui circa tre anni fa ed è riuscita in poco tempo a scansare la concorrenza. È molto precisa, tutto deve essere perfetto e un suo evento finisce sempre sui migliori giornali di gossip della città, per l’affluenza di gente facoltosa e famosa che vi partecipa. Ci conosciamo ormai da una vita grazie ai nostri padri che lavorano nello stesso ospedale, siamo cresciute nella stessa città, abbiamo frequentato le stesse scuole e dalla prima volta che ci siamo presentate non ci siamo più separate. Lei la tipa tosta, io la tipa testarda, siamo complementari.  Nel momento in cui ho deciso di cambiare vita mi ha accolta a braccia aperte in casa sua. Ci è voluto un po’ per convincermi a fare un passo del genere, ma è anche grazie a lei se oggi sono qui a lottare per me stessa e per il mio futuro. “Bene, sono molto felice per te, so quanto tieni alla tua carriera e so che anche in queste due occasioni non mancherà un titolo di giornale in prima pagina che ti elogerà per il lavoro ben fatto” le strizzo l’occhio sorridendole. Mi fa una linguaccia e spostandosi i capelli di lato con fare teatrale, mostra quella sua sicurezza che tanto adoro e dice: “Lo so!” sorride puntandomi contro un dito “E tu, hai deciso di presentarti al colloquio per quella casa di moda che mi dicevi?” Mi stringo nelle spalle e faccio un sospiro. “Penso di non essere ancora pronta, vorrei modificare un attimo i modelli, o aggiungere qualcosa, devo revisionarli in modo che siano perfetti, sai come sono fatta”. La verità è che mi manca il coraggio. Mi siedo di peso sullo sgabello della cucina, affranta. “Linda, in cuor tuo sai già che sono perfetti, ti manca solo un po’ di coraggio, trovalo e corri verso il tuo sogno” mi prende una mano e la stringe. Mi conosce, e senza che io dica nulla riesce a capire cos’è che mi frena. Forse ha ragione, disegno vestiti da quando ero una bambina, i miei modelli hanno un tocco unico tutto mio e forse è proprio per questo che ho paura; non so se piaceranno, ed emergere nel campo della moda e diventare una stilista affermata non sarà facile. “Lo farò, te lo prometto. Prenderò quei disegni e mi presenterò al colloquio” prometto più a lei che a me stessa. Voglio fare questo passo, sono venuta qui per dare una svolta alla mia vita. Sono intenzionata ad andare fino in fondo, e prima o poi giuro che tirerò fuori quel coraggio che si nasconde per paura. Lei sorride e guarda l’orologio “Corri, è già tardi, il lavoro ti aspetta”. Ogni volta che parlo con Ellison di questo, mi sento sempre un po' più sicura di me. Afferro la giacca e la borsa, do un bacio alla mia amica e corro velocemente verso la mia auto. Fortuna che il mio appartamento non dista molto dal luogo in cui ho deciso di andare, e il traffico sembra sia fluido, grazie al cielo, Mike mi ucciderà se tardo. Parcheggio nella strada laterale che costeggia la mia caffetteria preferita e mi preparo alla colazione più buona del mondo: adoro questo posto, da Carlo’s Bake shop, trovi una vetrina intera di dolci, tutti molto colorati e golosi, è la più famosa qui e per giunta Carlo ha origini italiane. C’è fila così mi metto in coda e aspetto il mio turno sperando arrivi presto. Mi piace qui, sembra di essere in un mondo fatto di panna montata, tutto sa di buono e l’odore che arriva da dietro la cucina ti invita ad assaggiare di tutto, ogni cosa qui dentro è di una bontà assoluta.  Prendo un cappuccino e un muffin al cioccolato per me, e da portare via un cupcake alla crema con caffè per Mike. Mi siedo e mi perdo ad assaporare questo dolce che sa di crema alla vaniglia e cioccolato, una goduria per il mio palato. Finisco in fretta, rimproverandomi mentalmente del fatto che se solo la mattina riuscissi a svegliarmi prima non dovrei fare tutto di corsa. Arrivo con cinque minuti di ritardo alla Casa di Moda. Corro verso il mio settore dove Mike è già a lavoro. “Buongiorno, per farmi perdonare ti ho portato la colazione, ti prego di non uccidermi” dico prima che sia lui a parlare spalancando la porta del suo ufficio. Mi guarda con i suoi occhi color nocciola e il suo solito sorrisetto sfrontato, “Dolce alla crema e caffè?” chiede. Accenno un sì con la testa e allungo il braccio con la scatola di Bake shop. Lui l’afferra prontamente, “Perdonata! Ma solo per questa volta” e mi stampa un bacio sulla guancia. Mike è il mio collega nonché amico, barra consigliere, barra fidanzato nel momento in cui qualcuno nei locali inizia a darmi fastidio, perché lui sa che odio essere importunata. Conosce il mio passato e sa delle mie fragilità. Usciamo sempre insieme io, Ellison, Mike e il suo fidanzato storico David: stanno insieme da otto anni, il che per me è surreale visto che io l’amore vero non so cosa sia. Non so cosa voglia dire essere coccolata, viziata da un uomo che dovrebbe amarmi per come sono senza cambiare nulla di me. Scaccio via questi pensieri che ho sepolto a Miami, non voglio aggrovigliarmi la mente tornando indietro nel passato, un passato che voglio a tutti i costi dimenticare. Mi concentro sul mio lavoro, il mio obbiettivo principale. “Bene, oggi cosa dobbiamo revisionare? Ieri abbiamo visto tutta la nuova campagna, è favolosa Mike, credo che abbiamo fatto un ottimo lavoro. Ai piani alti saranno contenti di noi” dico entusiasta sedendomi sulla sedia posta vicino alla scrivania. Lui continua a mangiare il suo dolce e a bere caffè. “Sì, oggi c’è la seconda revisione dei modelli insieme agli altri collaboratori, dobbiamo sbrigarci”. Io e Mike ci siamo trovati a lavorare insieme unendo i nostri talenti, lui sceglie i tessuti e si occupa di definire i capi e io mi occupo del progetto pensato dallo stilista, siamo quasi sempre d’accordo su tutto, abbiamo lo stesso gusto e questo ci facilita in tante cose. Finisce il suo dolce lamentandosi del fatto che avrebbe voluto fosse più grande. Se lo scopre David lo uccide, a casa si ostina a fargli mangiare verdure per mantenere la linea. Poco dopo ci dirigiamo verso la sala prove, tutti sono pronti ai propri posti tra sarte e modelle.  “Linda preparati, inizia la lotta al massacro” mi punzecchia lui bonariamente sedendosi affianco a me ai bordi della passerella. Sorrido divertita “Non vedo l’ora” gli rifilo una smorfia, sistemo il mio blocco da disegni sulle gambe e mi dedico a quello che so fare meglio. Le ragazze scorrono davanti a noi per ore mentre controlliamo i tessuti, abbiniamo i gioielli, apportiamo le ultime modifiche e stiamo attenti ad ogni minimo particolare. Per tutta la mattinata lavoriamo incessantemente, la sfilata sarà tra qualche settimana e dovrà essere tutto perfetto nel momento in cui il grande capo verrà a visionare di persona il lavoro finito. “Linda direi che è ora di una pausa” dice d’un tratto Mike, e io mi accorgo che, intenta a controllare tutti i modelli, non mi sono resa conto fosse già ora di pranzo. “Sì, andiamo a tuffarci in un mega sandwich, ho bisogno di tante calorie.” Dico stremata. “Anch’io, così ci organizziamo un po’ su cosa fare per la serata, dobbiamo uscire, rilassarci ci farà bene, ho bisogno di litri d’alcool per affrontare queste giornate”. “Non ho voglia di uscire, chiedi ad Ellison, io ho un po’ di lavoro da fare a casa” lui ancora non sa del colloquio che voglio fare. “Va bene, come vuoi. Non insisto, sai che non sono il tipo. Resta pure a poltrire sul tuo divano mentre noi ci scoliamo delle birre direttamente dal dispenser che si trova sul bancone” la sua battuta mi fa ridere, mentre finge indifferenza. Lo fa apposta! “Brutto stronzo che non sei altro, ho visto la tua faccia di merda, sai? E non ridere, stavolta non ci casco”. Puntualizzo! E a testa alta gli passo davanti, ogni volta fa così e io poi sono costretta a cedere, preferisco una serata tra amici, che poltrire sul divano, e lui questo lo sa fin troppo bene. Ma questa volta non cedo, voglio davvero starmene un po' da sola e lavorare sui disegni magari mi convinco a fare quella benedetta chiamata per il colloquio. Sistemiamo le ultime cose in ufficio continuando a punzecchiarci, e ci affrettiamo a prendere l’ascensore come sempre pieno di persone. Usciamo dall’ufficio diretti al Petite Parisienne, uno dei ristoranti dove propongono sandwich di ogni genere. Si trova poco distante da noi quindi decidiamo di arrivarci a piedi. Oggi è una giornata di sole, l’estate è alle porte e a quest’ora per strada si iniziano a sentire i caldi raggi solari che riflettono sui grattacieli. Entriamo nel Pub e l’aria condizionata mista al profumo di patatine fritte mi manda in estasi. Siamo seduti al bancone quando Henry, il proprietario, ci vede e si avvicina. “Bellezza, finalmente ti rivedo!” Mike mi dà una gomitata, sa che Henry mi fa la corte da un sacco di tempo, ma io non intendo andarci oltre, è un bel ragazzo: occhi castani, capelli neri e zigomi pronunciati; ma non sono pronta, per il momento. “Henry, ciao, io e Mike vorremmo un mega sandwich. Cosa ci proponi?” fingo di non aver sentito ciò che ha appena detto, per evitare qualsiasi conversazione che non riguardi il cibo. “Se volete affidarvi a me, vi propongo una novità” dice con un sorriso smagliante. Sembra convinto della sua nuova ricetta, quindi entrambi accettiamo. Mi piace molto questo posto, si mangia benissimo e i piatti sono subito serviti. Infatti non faccio in tempo a formulare questo pensiero che Henry ritorna dieci minuti dopo, con le nostre ordinazioni. “Ecco il sandwich Lindaparisienne” cantilena lui. Mike si copre gli occhi con le mani, mentre io guardo Henry sconvolta. “Hai dato il mio nome ad un sandwich, Henry?” rimango a bocca aperta, spero di non aver sentito bene. Lui mi guarda soddisfatto “Sì, è un sandwich dal sapore deciso, l’impasto è leggero, fuori la crosta croccante al primo morso ma l’interno è un cuore di morbida carne” non so se il suo è un doppio senso o altro. Devo ridere o sentirmi lusingata? “Grazie, Henry è davvero carino da parte tua” rispondo, sono certa che le mie guance siano più arrossate del solito. Non so davvero come comportarmi. Lui mi prende la mano e la bacia “Sei tu carina, Linda.” Rivolgendomi uno sguardo languido. Sprofondo nell’imbarazzo più totale, riesco solo a sorridere a questo ragazzo che a modo suo ha cercato di farmi sentire importante. Se ne va soddisfatto e convinto di aver in qualche modo fatto colpo su di me. Non sa, però, che il mio cuore è diviso in mille pezzi. Come un puzzle impossibile da costruire, perché i pezzi mancanti sono troppi. “Mike, ti prego, finiscila” da quando Henry se ne è andato non fa altro che ridere e chiamarmi con il nome del sandwich: “Lindaparisienne”. “Sbrigati a mangiare, così possiamo tornare al lavoro, c’è tanto da fare.” Lo rimprovero con la speranza che la smetta. Sorride ancora “Certo Lindaparisienne, ordinerò sempre questo sandwich; ha un bellissimo nome ed è anche ottimo!” sentenzia. Con una gomitata lo costringo a terminare il suo pranzo e stare zitto, so già che non mi lascerà in pace per il resto della giornata. “Potresti dare un’occasione a questo ragazzo è così carino” dice mentre finisce di bere la sua acqua minerale. “Mike sai come la penso. Non uscirò con quel ragazzo” rispondo con tono duro. “Potresti provarci, non puoi sapere come potresti sentirti, datti una possibilità” incalza lui. Conosce il mio passato, e so che mi dice queste cose solo per il mio bene. “Mike, nel momento in cui arriverà l’uomo che mi farà battere il cuore, ti prometto che farò di tutto per lasciarmi andare” lo dico più a me stessa che a lui in realtà. Posso fidarmi di qualcuno a tal punto da lasciarmi andare? Non credo proprio, ho già sofferto abbastanza e non ho intenzione di soffrire ancora. La mia libertà viene prima di tutto. Torniamo al lavoro appena terminato il pranzo, il sandwich era ottimo quindi abbiamo ringraziato Henry, che non ha perso occasione per rivolgermi innumerevoli complimenti. Ci tuffiamo a capofitto sul lavoro, e ovviamente Mike continua a torturarmi e a ridere senza ritegno prendendomi in giro per il resto della giornata. Cerco di ignorarlo, ma è impossibile! Mike ha un carattere esuberante, frizzantino, amo i suoi modi di fare che mi mettono sempre allegria, anche quando esagera come in questo momento. È tarda sera quando rientro in casa, sono stanchissima ma allo stesso tempo mi sento felice e soprattutto viva. Mi chiudo la porta alle spalle e mi dirigo in cucina. Trovo Ellison già pronta per uscire stretta nel suo mini vestito che io ho disegnato e Mike ha reso realtà. “Ehi ciao, bello questo vestito, direi che ti sta a pennello.” Fa una giravolta per farmi ammirare il tutto. “Buonasera anche a te, perché hai deciso di non venire con noi?” Dritta al punto come sempre, mi punta quel suo sguardo omicida mentre beve il suo drink. “Stasera sono stanca, voglio lavorare un po’ al mio progetto e poi andare a dormire. Oggi ci hanno letteralmente distrutti” faccio una smorfia. “Sì, Mike mi ha accennato qualcosa, ormai manca poco alla sfilata, dunque posso immaginare.  Io ho definito i dettagli con il responsabile che ci ha contattati per la festa in maschera, dovresti vederlo è un figo da paura. Ovviamente tu verrai alla festa e non accetto un rifiuto”. Quando Ellison dice così sarà una lotta a tempo perso, perché vince sempre lei. Tolgo le scarpe e mi stendo sul divano, ci penso un attimo “Non so, vedremo. Dipende”. “Dipende da cosa?” vedo già il fumo che le esce dalle orecchie. “Da cosa non lo so, sai che non amo le feste in maschera, mi rende nervosa non sapere chi ho difronte” ammetto con sincerità. Già faccio fatica a fidarmi delle persone guardandole in faccia, figuriamoci se indossano anche una maschera, non è il genere di festa che fa per me. “Ci saranno anche Mike e David, starai con loro e poi la maschera devi indossarla solo dentro il locale, fuori puoi fare ciò che vuoi. Ci divertiremo, vedrai. E poi magari potrai fare nuove conoscenze” mi dice allusiva. Mi pietrifico alla parola nuove conoscenze; ma perché tutti credono che io abbia bisogno di un uomo? Ellison conosce la mia storia, ma cerca sempre di spingermi a conoscere nuova gente. Insiste nel farmi capire che nonostante abbia avuto una brutta esperienza non significa che devo chiudermi alla possibilità di innamorarmi di nuovo. Ed è divertente che sia proprio lei a dirlo... Lei che qualche mese fa ha lasciato l’amore della sua vita perché non si sentiva pronta a sposarlo. Metto via questi pensieri negativi e la vedo lì, mi fissa e aspetta una mia risposta con quegli occhietti dolci da furbetta, ormai sa come ottenere ciò che vuole, mi conosce troppo bene. Non do a vedere che sono un po' turbata e le sorrido. Ha già capito che ci andrò, ma non voglio dargliela vinta, così le lancio il cuscino in faccia e lei ringhia. “Sei impazzita? Mi rovini il trucco, ci ho impiegato ore a sistemarmi, sai come sono fatta”. Io scoppio a ridere. È così bella che non avrebbe bisogno del trucco: capelli biondi, fisico asciutto e palestrato, occhi colore del cioccolato, è una donna sicura di sé. La invidio un po’ per questo, lei riesce a mostrarsi completamente per quella che è, mentre io ci metto un po’ di più a mostrarmi per quella che sono. “Sei bella anche senza trucco!” le dico sincera. “Grazie tesoro. Sicura che non vuoi venire?” si avvicina a me prendendo la mia mano. “No, stasera passo, divertitevi” ricambio la stretta e le do un bacio. “Va bene, a domani piccola insolente”. In risposta le rivolgo una linguaccia. Esce di corsa di casa, è in ritardo e Mike la sbranerà appena salita in macchina; lui non sopporta i ritardi. Rimango da sola in questa casa che ormai da un anno e mezzo è diventata la mia casa, è grande abbastanza da vivere comodamente in due: la cucina dal taglio moderno, un’isola che occupa metà della stanza, divano girevole con camino e televisore frontali. Due camere da letto e due bagni. La parte che amo di più rimane la veranda, che io ed Ellison abbiamo sistemato con divanetti e cuscini e tante piante, sembra di stare in una piccola oasi a New York. Ho bisogno di una doccia, ho intenzione di cucinare qualcosa di sano stasera.  Faccio intanto partire la mia playlist, e dalle casse a tutto volume si sente Faded di Alan Walker. Questa canzone è bellissima. Mi piace ascoltare musica quando sto in casa, mi rilassa e mi mette di buon umore. La doccia non fa sparire del tutto i miei pensieri che corrono ovunque. Ci sono momenti in cui mi sento del tutto positiva, poi basta una parola o un gesto per farmi sprofondare in un mare di angosce, avrà mai fine tutto questo? Esco dal bagno che sono già vestita, mi sono messa in tuta, e mentre prendo l’occorrente che mi serve per prepararmi la cena, ripenso alla mia vita. Sono cambiata molto negli ultimi tempi, ho dato una svolta del tutto inaspettata visti i trascorsi di qualche tempo fa. Tutti facciamo scelte sbagliate, ma credo che alla fine tutti abbiamo la possibilità di rimediare e cambiare le cose. Sto lavorando molto su me stessa, è vero ho ancora tante paure da affrontare, ma non mi arrendo, voglio lottare, sono caduta una volta e mi sto rialzando piano piano, non lascerò che accada ancora. Non voglio pensare quanto sarà lungo il tragitto, voglio pensare alla meta perché nel momento in cui ciò che desidero sarà mio, allora l’eco dei miei passi sarà solo un lieto ricordo. Le mie cicatrici rimarranno lì, di questo ne sono consapevole, ma non c’è vittoria senza una ferita di guerra e non c’è arcobaleno senza una pioggia. Mi siedo in veranda, l’aria è un po' fresca. Mi piace! Mangio con gusto un piatto di pappardelle ai funghi, amo la cucina italiana e quando ho tempo cerco sempre di preparare una delle ricette che la mia bisnonna ha lasciato nei suoi appunti. La mamma li custodisce gelosamente. Poso il piatto sul tavolino, e mi sistemo comoda sul divano con un bicchiere di vino rosso: inizio a guardare dettagliatamente i modelli da presentare alla Casa di Moda che punto da un po’. Se sarò fortunata li produrranno presentandoli al pubblico, io al momento non posso permettermi di produrre un’intera collezione e mettere su una sfilata. Non voglio chiedere aiuto a mio padre, che mi finanzierebbe volentieri. Voglio farlo da sola e voglio arrivare al mio obbiettivo con le mie forze e il mio talento. Riguardati attentamente i primi tre modelli inizio a sentirmi stanca, poggio la testa sul cuscino per rilassarmi. 


FB: Cordero Edizioni Srls
commerciale@corderoedizioni.com
ufficiostampa@corderoedizioni.com
 
Titolo: Gioca con tuo padre
Autrice: Federica P. Amadori


Una trama misteriosa e un avvincente romanzo. Cordero Edizioni, come sempre sceglie la narrativa di qualità e gli autori più selezionati per le sue collane librarie. Il prezzo di copertina è di 12,99 Euro.
La presentazione del libro si terrà il prossimo mese di settembre, la data a causa dell’emergenza sanitaria, sarà comunicata con tempestività attraverso i canali media e social ufficiali.


Trama

È possibile l’amore oltre la morte? 
È possibile l’amore attraverso la morte?
Sono i misteri che deve affrontare la dotto-
ressa Laura Randazzo, quando dalla Sicilia accompagna a Genova una bambina di nome Nora perché venga studiata da un’équipe di esperti: la piccola, che si esprime solo per iscritto o attraverso la lingua dei segni, è in grado di comunicare con uno spirito dall’aldilà. Ma ora anche un’altra presenza si serve di Nora per inviare messaggi alla dottoressa. Qualcuno che conosce Laura e il suo recente, drammatico passato.


Biografia

Federica Piera Amadori, genovese, dopo essersi occupata del restauro di affreschi e avere lavorato nel campo della moda, ha esordito nella narrativa con il romanzo Amari spicchi d’arancia (Le Mezzelane Casa Editrice, 2018). Nel 2019 è stata ospite con il suo primo romanzo, al Salone del Libro di Torino.

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