mercoledì 6 ottobre 2021

Segnalazione "Sola con me. La vita asimmetrica di Sally" di Andrea Capuccini, "L’Angelo veste Sado" di Silvia Alonso e "Sabbia" di Simona Lo Curto - BRÈ EDIZIONI

Buongiorno, stamattina qui a Roma sta iniziando a piovere e quel rumore piacevole ci fa compagnia mentre si sta lavorando, mentre si legge, o in quello che stiamo facendo... 

In collaborazione con la casa editrice Brè Edizioni vi segnalo l'uscita dei libri
- "Sola con me. La vita asimmetrica di Sally" di Andrea Capuccini
- "L’Angelo veste Sado" di Silvia Alonso 
- "Sabbia" di Simona Lo Curto. 

Di seguito vi lascio le info dei libri. 

Vi auguro un buon mercoledì. 

Germana Trinca - Pensieri Sconnessi 


Titolo: Sola con me – La vita asimmetrica di Sally

Autore: Andrea Capuccini

Editore: Brè Edizioni

Pagine: 154

In ebook solo su Amazon a 2,99€ anche in KU

In carta a 12€ nelle principali librerie online e fisiche

Genere: narrativa – famiglia e relazioni

Link ad Amazon https://amzn.to/3CG5sir

In vendita dal 5 agosto 2021

Sinossi

Si sentiva già cullata e accolta nel dolce grembo della morte, a lungo sospirata lassù a cavalcioni del cornicione a trenta metri dalla strada. Non era ancora né vecchia né giovane, ma gli anni le pesavano come quelli di una matriarca carica di giorni, di anni e di affanni. È decisa. In fondo basta un salto, un semplice salto. Le lettere dell’alfabeto incise sulla vecchia pergamena della sua vita sembrano volteggiare nell’aria afosa e sparire nel vuoto ingoiate dalla brezza che sale dal mare, resiste l’ultima, l’omega dell’addio. Un tocco leggero, quasi una carezza. Alle spalle un angelo sotto le mentite spoglie di un carabiniere stanco dopo una giornata di lavoro in pattuglia. Due chiacchiere soltanto, questo è tutto quello che può estrarre dal suo tascapane di pellegrino. Ma quell’angelo custodisce un segreto: recuperare quelle lettere sfuggenti dall’alfabeto della vita per intrecciarle in parole che germinano in un autentico dialogo e in un racconto che disvela la storia di un’anima. È questo il segreto che coinvolge e affascina il lettore di queste pagine, dove il narrare si rivela nel suo vero volto come una lotta e una vittoria sulla morte. Il filone d’oro che l’autore, attraverso uno scavo paziente, vuole far scoprire è quello di invitare a riflettere sul valore della parola che, trovato un cuore capace di ascolto, si scioglie in un’autentica narrazione che redime una vita. L’angelo carabiniere, venuto chissà da dove ma certamente ricco di una sapienza non appresa dai manuali della caserma, di una cosa è certo: di dover entrare nel cuore della donna non con la forza della dialettica ma con la debolezza e la dolcezza della parola. E se il lettore percorrerà fino in fondo l’itinerario dell’esistenza dal sapore acre della protagonista potrà incontrare una donna rigenerata, capace di generare vita non più come frutto del grembo ma come dono di sé.


Biografia

Andrea Capuccini è nato a Latina nel 1972, parmigiano d’adozione, sposato, con due figlie adolescenti. Da sempre appassionato lettore, con il suo romanzo d’esordio ha realizzato il sogno di compiere il grande salto dall’altro lato del libro.


Estratto:

Sally chiede a quel giovane, che scambia all’inizio per il portinaio, di restare a distanza, di concederle ancora qualche minuto.

Vuole riflettere, non sulla scelta da prendere, quella è stabilita. Deve meditare sulla vita che ha vissuto, fare un resoconto delle cose buone fatte nel corso degli anni, ci vorranno pochi minuti in effetti, almeno secondo il parere chi l’ha conosciuta. Ma poi, chi l’ha davvero conosciuta? Forse in parte il figlio.

Il carattere introverso, provato dalle molteplici dolorose esperienze, l’ha portata a rinchiudersi in sé stessa, somatizzando i conflitti interiori in disturbi organici e funzionali. Ormai le fobie che la tormentano non si contano più.

Vuole aspettare ancora un po’, affrontare per un’ultima volta i propri sensi di colpa e affrancarsi da essi, sì da poter partire col cuor leggero svuotato dai mostri interiori che da sempre l’hanno accompagnata, alla ricerca speranzosa e spasmodica di un nuovo futuro.

Il conflitto interiore è grande ma se vivere non è un piacere, non può nemmeno diventare un obbligo.

Ce n’è voluto di tempo ma alla fine è riuscita a prendere in mano e a decidere della propria vita, o forse sarebbe più corretto dire della propria morte, visto il contesto.

E ora, dopo essere sprofondata, è determinata nel volere andare fino in fondo. E nessuno potrà toglierglielo dalla testa.

Capitolo 6

«Sono anche io credente anche se in realtà frequento poco la Chiesa, un po’ per il lavoro, un po’ per pigrizia. Mia moglie è molto più praticante di me, non passa una domenica senza andare a messa con le bambine. Abbiamo due figlie, due gemelline di undici anni, Emma e Olivia. E lei? Ha figli?»

«La prego, se ne vada, mi lasci in pace, non se la prenda ma non ho nessuna voglia di stare ad ascoltarla, voglio stare da sola, vorrei soltanto pensare.»

«Signora, mi dispiace ma non posso voglio aiutarla. Sono un maresciallo dei carabinieri, con me può stare tranquilla, non le farò del male. Non vuole ascoltarmi? Va bene, però io vorrei davvero ascoltare lei. Cosa c’è di così brutto? Cosa c’è che non va?»

A quelle parole Sally ha un sussulto e gli sorride con dolcezza, poi gli dice: «Avrei dovuto immaginarlo.»

«Cosa?»

«Che lei è un carabiniere. Mi sembra di rivedere mio figlio, alto come lei, fiero, austero, elegante e con un cuore grande. Un suo collega. Lei deve essere un brav’uomo, anzi, ne sono certa. Anche fisicamente me lo ricorda, con i capelli brizzolati e l’evidente taglio militare. Come si chiama?»

«Mi chiamo Mario e lei?»

«Sally.»

«Sally, perché non scende da quel cornicione e viene qui? Mi piacerebbe poterle offrire una bibita fresca al bar, con questo caldo sarebbe rigenerante, così potrebbe raccontarmi cos’è che la assilla e, se me lo permette, vorrei davvero esserle di aiuto. Magari più tardi potrebbe venire a casa nostra, potremmo farci una pizza tutti insieme così conoscerebbe le gemelline, sono adorabili sa? E avrebbero proprio bisogno di una nonna, visto che qui siamo da soli. La prego, venga giù con me, non stia lì a sudare che potrebbe prenderle un collasso.»

«Grazie dell’invito ma non ho per nulla voglia di scendere, voglio restare qui. E poi, mi creda, il caldo non è davvero un problema, per me è più facile sanguinare che sudare.»

«Ok, come desidera. Però potrebbe lo stesso raccontarmi di lei. La prego, mi incuriosisce molto. Cosa c’è che non va?»

«Le assicuro che non le piacerebbe ascoltare cosa c’è che non va nella mia vita, è stata tutto uno sbaglio, tutto da buttare via.»

«La prego, Sally, condivida con me la sua storia. Sono sicuro che suo figlio al mio posto farebbe la stessa identica cosa, resterebbe qui con lei ad ascoltarla anche se, come dice lei, non c’è nulla di bello da sentire.»

«Lei è molto insistente, lo sa? Però devo dirle che mi piace molto, come può piacere un ragazzone come lei a una vecchia babbiona come me, sia chiaro. Vede, sono anni che non parlo con qualcuno perciò stia attento perché se comincio potrei non fermarmi più e qualcuno di noi per la disperazione potrebbe buttarsi di sotto, e non è per nulla scontato che quel qualcuno sia io, perdoni il sarcasmo, Mario. E va bene, allora, vista l’insistenza se proprio vuole le parlerò di me e della mia inutilità, però la avverto, si annoierà parecchio, perché dovrò partire da quando tutto ha avuto inizio, da quando sono nata, e c’è davvero tanto da raccontare.»

Mario, con la fronte perlata di sudore per il caldo e soprattutto per l’agitazione, le risponde: «Davvero, sono tutt’orecchi. Sono qui per ascoltarla, il tempo che vuole. Coraggio, mi racconti di lei.»

Sally inizia così a ripercorrere la propria vita, quasi rivivendola passo per passo in un flashback, aprendosi a quello sconosciuto come se lo conoscesse da sempre, come se si stesse raccontando al figlio Francesco, nell’intimo e senza riserve, come forse per troppo amore non gli aveva mai parlato.


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Titolo: L’Angelo veste Sado

Autrice: Silvia Alonso

Editore: Brè Edizioni

Edizione: prima

Pagine: 244

In ebook SOLO su Amazon a 3,99€  anche in KU

In carta a 13€ nelle principali librerie online e fisiche

Genere: giallo con tinte erotiche BDSM

Link ad Amazon https://amzn.to/3wEwqUM

Uscita il 1° luglio 2021

Sinossi

L’Angelo veste Sado è un cocktail micidiale, vi trovate vari ingredienti in grado di soddisfare il palato del lettore più esigente: il giallo, con i suoi intrighi, il morto, l’assassino, il poliziotto e l’investigatore esterno. Il BDSM, quello duro, crudo, fatto di dolore che muta in piacere. L’erotismo velato ma presente. La notte, il nero del buio che copre e rivela, che cela e protegge misteri che è meglio non conoscere. La Morte, pronta a spiegare le ali come un Angelo nero. Le Mistress, vere regine del piacere per chi cerca l’oltre. Il tutto agitato con sapienza da un’autrice colta, raffinata, ammaliante. Silvia Alonso vi avvolgerà nelle dotte spire di un serpente che vi porterà a girare le pagine con avidità, sperando di non sentire il sibilo di una frusta sulla vostra schiena. Fa male. Prima di donare piacere…

Biografia

Dicono che starmi dietro sia come cercare di frenare uno Tsunami con un retino per le farfalle, e ci tengo a non smentire. Quando inizio un romanzo so da dove arriva la mia ispirazione ma mai, realmente, dove andrà a finire. È un viaggio avventuroso alla scoperta di un tesoro, di cui assaporo ogni istante. Mi piace venire guidata dalle mie stesse storie mentre do loro vita fino a quando prendono il volo. Del resto, devo darle atto, alla fine ha vinto lei: la mia Sherazad interiore ha preso il sopravvento sulla me di prima, un giovane avvocato milanese con la passione per la danza, l’esoterismo e le arti pittoriche. Così, è finita che ho seguito i miei sogni. Il mio primo romanzo, I Love Mammy in Montecarlo Genesis Publishing 

2019 è nato quasi per caso, e come tale ne ha conservato lo spirito giocoso da chicklit. In L’Angelo veste Sado ho consolidato la mia vocazione, trovando il coraggio di parlare di un mondo misterioso ed esoterico unendo il giallo alle luci rosse. Nel corso di questi due anni i miei racconti e le poesie hanno vinto alcuni importanti premi letterari, di carattere nazionale e Internazionale, che mi riempiono di gioia. Tra i sogni nel cassetto, la pubblicazione di romanzi per ragazzi e favole per bambini, cui sto già lavorando.

Mi piace considerare sacro ogni piccolo regalo che possa essermi fatto dal destino. A voi, cari lettori, far sì che questo viaggio duri il più a lungo possibile.











Estratto


Era di nuovo giunta sera. La sera di un altro, maledetto e interminabile venerdì. Uno di quei giorni che, se sei single per vocazione e soprattutto per colpa della professione, gli attacchi di solitudine si fanno sentire, e allora bersi un Whisky in uno di quei tanti locali di strip-tease, più che un vero e proprio vizio, diventa quasi una necessità. Un effetto collaterale del difficile mestiere di vivere. Che, per uno che faceva la sua, di professione, poteva dirsi andare a nozze con gli extra, lavorativi e non.

Ormai era passata quasi un’intera settimana dal fattaccio all’Infernum, ma ancora niente: non era ancora riuscito a scovare nulla che potesse fondare uno stralcio di ulteriore indizio per le sue indagini, men che meno qualcosa che potesse fargli approfondire le ricerche oltre confine. Nulla che offrisse chiarimenti o aggiungesse allo status quo della vicenda particolari, fossero anche solo complicazioni, in mancanza dei quali tutto procedeva silenzioso e statico come in un film surreale, e lui si sentiva il miglior attore non protagonista di quel noiosissimo romanzo che gli avevano fatto leggere durante i suoi studi, Il deserto dei tartari, e che a quanto pare gli aveva pure portato sfortuna.

Aspettava lo sviluppo delle vicende inerenti all’omicidio D’Angelo come manna dal cielo e, nell’attesa di ricevere aggiornamenti, fremeva in uno stato d’ansia simile al delirio. Eppure, era un po’ che aveva fatto mettere a soqquadro tutto l’Infernum: Corrado e gli altri suoi uomini avevano interrogato tutto il personale, bariste, buttafuori, clienti abitudinari, persino gli addetti alle pulizie. Ma niente. Neanche sequestrando i computer posti all’ingresso per la registrazione dei clienti erano riusciti a trovare nel software un qualche programma che fornisse degli indizi sulle attività misteriose svolte nella sedicente segreta, la cantina del locale. In assenza di prove, il tutto assurgeva alla dimensione del mito, qualcosa di sfumato in cui si crede per affabulazione. Insomma: il frutto di un sogno, e questo gli bruciava molto, perché lui odiava le superstizioni e le credenze romantiche. In compenso non vedeva l’ora di mettere le mani su coloro che, a naso, riteneva le principali responsabili del fattaccio: la Santacroce e le altre ballerine del mucchio.

C’era poi un ulteriore particolare che lo lasciava perplesso, e che riguardava appunto la cantina: non era rimasta nessuna traccia dei vari arnesi di tortura usati dalla Mistress, la Carofiglio o chiunque si trattasse. Solo l’arredamento, che evocava un certo stile gotico e pressoché essenziale, poteva far supporre alcune subdole attività sospette, ma del corpo del reato neanche l’ombra. I pochi mobili trovati, e messi a soqquadro, erano antichi, e perciò persino apparentemente inoppugnabili: c’era una credenza dell’Ottocento sistemata al centro della stanza, sulla quale erano stati posti dei candelabri. Soprattutto c’era una panca da chiesa, trafugata chissà dove, col suo inginocchiatoio. La scientifica aveva analizzato accuratamente i mozziconi delle candele trovati in giro e ogni residuo combustibile e organico che si trovasse nella stanza, ma nessuna anomalia era stata riscontrata; nemmeno resti di funghi allucinogeni, tracce di sostanze psicotrope o quant’altro, che normalmente abbondavano in certi ambienti.

Tutto questo andava contro le sue aspettative e rendeva l’indagine più difficile. Che quelle poco di buono delle mistress o ballerine che fossero non si drogassero prima delle loro performance assassine, gli suonava strano, e a dirla tutta aveva dell’assurdo. La Carofiglio poi, dalle foto che si era girato e rigirato più volte tra le mani, aveva quella tipica aria da ragazza ingenua da risultare, per contrasto, un tizzone acceso per i suoi carboni ardenti. Se la immaginava vestita in maniera provocante, alta, bionda e col rossetto rosso a esaltarne le labbra carnose, che era una meraviglia. Chissà cosa era capace di combinare sotto effetto di stupefacenti. Quali perversioni esaudiva e fino a che punto era disposta a realizzare i desideri dei suoi sottomessi? Con quali destrezze li dominava? Era più fisica o mentale? Tutte domande che restavano nel terreno incognito della sua mente. Più la sensazione d’impotenza lo assaliva, più la sete di rivalsa, per compensazione, si faceva largo nei desideri di uomo inappagato di mezza età.

In tale panorama desertico, l’unica prova degli illeciti svolti, giocoforza al centro del suo mirino di indagine, era la croce in legno a X con le cinture in pelle. Troppo poco, però, per dedurne tutta la gamma possibile di pratiche perverse su cui stava incessantemente spremendosi le meningi, nel tentativo di immaginare ogni minuscolo e ipotetico dettaglio del misfatto. A ciò si aggiungeva l’impossibilità di reperire un qualsiasi indizio inerente all’elenco dei presunti clienti speciali che avrebbero avuto accesso al privé per quei giochi proibiti, come se fosse stato inghiottito da qualcuno. Avevano anche interrogato a lungo il proprietario del locale, il quale, in mancanza di prove che potessero smentirlo o confutarlo, si era limitato a dichiararsi all’oscuro di tutto, rimandando ogni responsabilità, seppur eventuale, alla gestione, e viceversa. Tutti rimbalzavano la palla su tutto, e lui si ritrovava ogni volta punto a capo.

Si sentiva preso in giro dal destino. Mai un’indagine tanto stuzzicante dal punto di vista teorico, per tacere del lato pratico e insolitamente ludico, gli era scivolata di mano con tale destrezza. Un pugno di mosche, uno sciame di anguille, un volo disordinato di mille farfalle, non sapeva a quale immagine paragonare quella sensazione che gli aveva causato tanto amaro in bocca. Si sentiva assediato e al contempo umiliato per non riuscire a dare una direzione a quell’indagine, che si stava trasformando in un vero tormento.

Era come se tutte le ragazze in questione si trovassero a cospirare divertite alle sue spalle: ballerine di night, spogliarelliste, Mistress, inservienti, cameriere e tutte le altre professioni che avessero una qualche remota connessione coi locali notturni. Tutte quelle che, insomma, per quanto egli avesse fatto leva sul suo ruolo autorevole di commissario, rimarcandolo tramite stratagemmi e piccole strategie, non avevano ceduto al suo fascino. Neanche dietro la promessa di una lauta mancia.

Ovviamente, a capo di tale ordine costituito, troneggiava, prima fra tutte, l’immagine impertinente della Santacroce. Quella strega che con tutta la sua prosopopea lo aveva condito via con un paio di battute sciolte sulla filosofia e qualche riferimento banale a un po’ di cinematografia. Ma per chi lo aveva preso? Le sue mutandine di pizzo erano dapprima diventate un cimelio, poi un valido antistress per i momenti di sconforto, infine sembravano essersi trasformate nel monumento alla sua incapacità di entrare nelle pieghe di quelle indagini, proprio come non era riuscito a entrare nelle pieghe intime della proprietaria dell’indumento. Un emblema di come non riusciva ad avere successo, in generale, con le donne. Un perenne memento del fatto che, se le cose continuavano così, anziché toglierle a chi di dovere, quelle mutande, prima o poi ci si sarebbe ritrovato lui. Umiliato davanti a superiori e colleghi.

Si alzò di scatto dalla scrivania, mezz’ora prima del solito. Decise che era venuto il momento di agire. Doveva prepararsi, tornare a casa per farsi una bella doccia, profumarsi e vestirsi al meglio. Quella sera avrebbe avuto tutto il tempo per cenare con calma. Una bella pastasciutta al pomodoro, niente aglio e peperoncino, meglio tenersi leggeri. Poi, sarebbe partito rinvigorito alla conquista della notte.



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Titolo: Sabbia

Autore: Simona Lo Curto

Editore: Brè Edizioni

Pagine: 72

In ebook solo su Amazon a 2,99€ anche in KU

In carta a 9€ nelle principali librerie online e fisiche

Genere: poesie (d’amore e non)

Link Amazon https://amzn.to/3F0puWT

In vendita dal 25 settembre 2021


sinossi

Quiete e voglia di ardere. Desiderio e rassegnazione.

Le ragioni ostinate della vita: morire e rinascere. Ma dov’è la vita? Nei giorni di miele o in quelli di pioggia? Viaggiando tra i versi di questa raccolta, si potrebbe dire che l’intensità dell’emozione appare in tutta la scala dei colori, compresi i grigi, che abbiamo in sorte. Il tema dell’amore ricorre e caratterizza le poesie, ma è spesso un pretesto per parlare del tutto, della disperata e irriducibile tensione di tutte le sfaccettature del nostro vivere, un giorno da pupazzi di neve, l’altro da diavoli, inchiodati sulle nostre panchine, ma anche rapiti da treni che partono e arrivano. Emozioni effimere o prepotenti, che attraversano le nostre anime avide e generose di attenzioni. Così, su quella panchina antica, seduti, restiamo, esposti a mediocrità, ma allo stesso tempo coperti da sorrisi e odori di frutti, di terra. Attori danzanti della nostra vita imperfetta che, come sabbia tra le mani, può essere bagnata, dura, asciutta, leggera, impalpabile e volatile. Ricca di vita e sale o arida come quella del deserto, e la vita, come la sabbia, può rimanere attaccata alla pelle o fuggire via con un soffio di vento.


Biografia

Simona Lo Curto, nasce a Palermo nel 1974. Consegue la Laurea in Tecnica Pubblicitaria presso l’Università degli di Studi di Palermo nel 1996 e dal 2002 svolge il ruolo di consulente per una società di telecomunicazioni. Da sempre ha la passione per lo sport e la lettura e ha partecipato a concorsi nazionali ottenendo riconoscimenti e pubblicazioni. Diverse poesie sono state esposte a mostre internazionali di mail art, in Festival della Poesia e blog dedicati alla letteratura.

Sabbia è la sua prima pubblicazione, con Brè Edizioni.


Estratto


COLORI

 

Porto un tramonto in una tasca

come fosse un fiammifero

Mi accendo e brillo di luce rosa

per attrarti arcobaleno in scala di grigi

nascondendoti il bianco e nero

della luna che tengo in borsa

che rispecchia i miei momenti

oscuri e fragili e che ingurgito

come caffè che toglie il sonno

In rosa potrei forse apparirti

più brillante e dolce di ciò che sono

io che non distinguo un fiore da un altro

ma che sono io stessa un fiore

seccato tra le pagine di un libro

 

SE

 

Se potessi corteggiarti proverei

a non nascondermi dietro la paura

di apparire maldestra e goffa

e ballerei per te una tarantella

scatenata libera e sensuale

Smetterei di indossare un cappotto

più grande e sfilerei in passerella

donandoti un sospiro per ogni passo

Se ti lasciassi corteggiare leggerei

per te fino a quando avrò voce per poi

stare in silenzio ad ascoltarci respirare

Ti regalerei i miei brutti sogni ricorrenti

e i bei ricordi della mia giovinezza

Se ti facessi corteggiare vivremmo

un tempo in cui la gente guardandoci

imparerebbe come essere felice

PER MANO

 

Dipendesse da me

Dormirei ogni notte tra le tue braccia

sognando mondi pieni di noi

Ti racconterei le mie assurde fantasie

e i ricordi della mia infanzia

I giochi sbagliati, le ingenuità

le promesse non mantenute

Mi specchierei nella trasparenza

dei tuoi occhi e dei tuoi sorrisi

E ti porterei per mano nel mio mondo

GIULIA

 

Giorni di miele e pioggia fine

Invito il mio angelo a bussare

Un urlo di un gatto in amore

Lieve la tua mano mi accarezza

i seni e sento le tue labbra umide

Accolgo te, con il tuo dolore



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