Buon pomeriggvoglio segnalarvi il libro "Rock you" dell'autrice I. M. Another
Titolo: Rock You
Sottotitolo: Conquistarti
Autore: I. M. Another
Volume autoconclusivo
Pagine: 270
Genere: Romance/New Adult
Prezzo: 2,99 o Gratis per K.U.
Link: https://www.amazon.it/dp/B073YSRW8V
Sinossi
"Se anche non fossi riuscito a toccarla con le mie mani, lo avrei fatto con la musica, fino a farla addormentare con le ultime note della mia canzone preferita."
La vita di Veronica scorre monotona, intrappolata in una routine grigia fatta di mille regole da seguire, bon ton e tailleur eleganti, locali costosi e amici poco sinceri. Le uniche cose che le permettono di riprendere fiato sono il suo amato violino, la passione per la musica e l'affetto incondizionato del padre, che farebbe di tutto pur di renderla felice.
Il suo equilibrio di cristallo, però, va totalmente in frantumi quando si ritrova coinvolta in un affare di famiglia e costretta a sposare Kain, il suo amico di infanzia.
Carisma da leader, maniere impertinenti, inchiostro sulla pelle e una band al seguito: Kain Valentine è una vera rockstar, e non ha bisogno di chiederle il permesso per abbattere le barriere del suo cuore di ghiaccio.
"La sua musica fu la mia unica compagnia, la mia straziante ninna nanna."
Estratti dal libro:
Solitudine – Kain
La cosa che più odiavo della mia vita era la solitudine. Nel mio appartamento c'era sempre troppo silenzio, troppo vuoto, uno spazio impossibile da colmare, qualsiasi cosa facessi.
Quando rientravo e trovavo le scarpe di Layla nel corridoio, mi sembrava che tutto, persino le pareti, fossero più calde. Sapevo che non ci sarebbero più stati i suoi stivaletti a darmi il benvenuto, e la mia ansia, il mio odio per quelle mura fredde, iniziavano ad assillarmi non appena salivo le scale.
Mentre la riportavo a casa, Veronica mi aveva fatto una sola domanda, inevitabile.
«Quando dicevi di avere una ragazza, ti riferivi a lei?»
«Cristo, è così evidente?»
«No. Non è qualcosa che si vede a occhio nudo, piuttosto... si sente. Nella tua musica.»
«Si sente ancora?» le avevo chiesto ingenuamente. «Lo hai sentito anche stasera?»
«Sì.»
«Io invece no. Sarà perché abbiamo rotto.»
«Credo che lei sia ancora importante per te.»
«Layla non è più niente per me.»
È stato in quel momento, dopo aver pronunciato delle parole tanto aspre, che la solitudine è tornata a bussare alla mia porta, con più insistenza di prima.
Solitudine – Veronica
La cosa che più odiavo, nella mia vita, era la solitudine.
Ogni giorno incontravo delle persone, clienti di mio padre, conoscenti della mia famiglia, i miei pochi amici , Oliver, Jessica, Samantha, ma più gente frequentavo, e più mi sentivo sola. La vera me, quella che non riusciva mai a venire allo scoperto, era rinchiusa dentro la mia testa, incatenata dalla mia paura di deludere gli altri, oppressa dalla rigidità delle mie abitudini. Forse era per questo che detestavo sentire Kain suonare. La sua musica faceva intravedere alla bambina prigioniera dentro di me un po' di luce, anche se solo per qualche minuto, ed io la sentivo gridare, scalpitare, divincolarsi contro la mia volontà. Non volevo che emergesse. Non sopportavo di perdere il controllo.
Solo musica – Layla
«In quel momento, era ciò di cui avevo bisogno. Di qualcuno che non mi lasciasse andare. Avrei voluto che lo facessi tu, che smettessi di parlare, che mandassi tutto al diavolo, dicendomi che io ero più importante.
Lo so, non avevo nessun diritto di desiderare una cosa simile. Tu non hai mai detto che ero la tua ragazza, non abbiamo mai parlato dei nostri sentimenti, e in fondo sapevo che il nostro rapporto non era basato su niente di solido, ma da quando ti ho conosciuto, ho smesso di interessarmi a tutto il resto. Volevo cantare solo per te. Per noi.
Ma per te non c'era nessun noi, Kain. Era solo musica. Anche quando stavamo insieme, quando facevamo sesso, era come se la musica costringesse i nostri corpi a restare uniti, ma tu... tu non hai mai provato nient'altro per me. Lo sapevo, eppure non volevo accettarlo, ed è stato doloroso farlo. Fa ancora male, ma passerà.»
Giardino segreto – Veronica
«Sei troppo tesa.» mi disse, girandomi intorno. «Suonare dovrebbe essere un bel momento per te, non uno sforzo immane, altrimenti stai sbagliando qualcosa.»
«Quanti giri di parole, solo per dirmi che non sono brava.»
«Sei brava, invece. Hai molta tecnica e conosci a memoria tutti i movimenti necessari, abbastanza da eseguirli rapidamente e alla perfezione, come una macchina. Una studentessa che esegue un compito con impegno ma senza passione. È questo ciò che trasmetti quando suoni.»
Battei un piede per terra.
«Be', questa è solo una tua opinione.»
«Se non comunichi con te stessa, non riuscirai a donare molto a chi ti ascolta. La musica è un riflesso della tua personalità, e tu la stai nascondendo dietro a un velo noioso che non ti appartiene.» insisté con calma, convinto delle sue parole.
Continuò a girarmi intorno fino a fermarsi alle mie spalle, e un brivido freddo mi scosse la schiena. Avvertii il suo sguardo pungente come uno spillo alla base della nuca, tra le scapole lasciate a vista dal vestito leggero. Iniziai ad avere caldo e a respirare con la bocca.
«Forza, riprendi a suonare.» mi incoraggiò. «Fa' come se non ci fossi.»
Era impossibile ignorare la sua presenza. Anche se non era davanti ai miei occhi, percepivo la sua vicinanza, il profumo forte che aveva addosso e il soffio del suo respiro. Kain era nell'aria, mi accarezzava la pelle e passava attraverso le mie labbra, serpeggiava tra le corde del mio violino e tra i miei capelli, in attesa di una musica da trasportare. Esitando, lo accontentai.
Ripresi il brano dal punto in cui l'avevo interrotto, chiusi gli occhi, feci scivolare l'archetto sotto i raggi del sole che si posavano sulle mie palpebre.
«Hai mai provato a suonare nuda?»
Colta di sorpresa da quella domanda, sbagliai una nota.
«No.»
«Dovresti farlo.»
«Non vedo di che utilità sarebbe.»
Il vestito che indossavo era chiuso sul retro da un laccetto sottile, e senza spalline. Sentii le sue dita sfiorarmi la schiena per sciogliere il fiocco e mi agitai, stonando sgraziatamente.
«Tranquilla, Nicky, continua a suonare.»
Ansimai, non riuscivo a tenere il tempo come volevo. Le sue mani toccarono la mia pelle nuda, fecero scivolare il vestito lungo i miei fianchi, lasciando che cadesse a terra, ai miei piedi. Smisi di suonare, alzai l'archetto dalle corde, ma Kain mi accarezzò le costole e poggiò le labbra sulla mia spalla.
«Continua. Ci siamo solo io e te, non devi vergognarti.»
Tornai a suonare a fatica e a scatti, senza un ritmo preciso, con le braccia che tremavano.
Sfilò il fermaglio che teneva i miei capelli raccolti, e li sentii scivolare giù, lungo la schiena, morbidi come seta. Il tocco finale della sua opera.
Presi fiato, suonai, cercando di tenere le braccia in perfetta posa. Kain mi baciava dolcemente le spalle mentre mi ascoltava, e non riuscivo a concentrarmi.
«Va già meglio. Non fermarti.»
«Non ci riesco...»
«Suona.»
Era come se tutto intorno a me fosse cambiato. Se chiudevo gli occhi, mi sembrava di essere in un giardino segreto, che esisteva solo nella mia mente, e del quale Kain possedeva le chiavi.
Fuga – Veronica
Scappai da quel letto gigantesco nel quale mi ero sentita vuota e senza uno scopo, dalle luci soffuse rimaste accese, dai calici abbandonati sul tavolo e ancora pieni di vino. Scappai, con i vestiti sporchi di senso di colpa, la pelle impregnata di amarezza e le lacrime intrise di rancore. E scelsi le scale al posto dell'ascensore, perché il rumore dei miei tacchi sui gradini era l'unica piccola ribellione che potevo concedermi.
Fuoco e ghiaccio – Kain
Quante volte lo avevo sognato, quante notti avevo immaginato di poterla sfiorare in quel modo, di sentire i suoi gemiti addosso.
Lei non poteva saperlo, non glielo avevo mai detto. Crescendo me n'ero fatto una ragione, ci avevo rinunciato, avevo smesso di pensare a quella che ritenevo solo una banale cotta da adolescente.
Mi sentivo soddisfatto, appagato, ma allo stesso tempo ero ancora più affamato di prima. Avrei voluto recuperare tutti quegli anni in una sola notte, se fosse stato possibile.
«Kain!»
Era così esile e delicata che avevo la sensazione che potesse rompersi tra le mie dita, quasi fosse di cristallo. Sarei rimasto per ore tra le sue cosce soffici, a farla sussultare e gemere, suonando il suo corpo sensibile come se fosse la mia chitarra.
«Ti prego... Fermati.»
Quella adorabile erre era un tormento. Mi faceva eccitare ogni volta che la sentivo, e perdevo la testa, completamente.
«Così mi farai morire.» singhiozzò con un filo di voce.
Stava piangendo, e non ne capivo il motivo. Alzai la testa, sfiorai con le labbra le sue ginocchia. Avevo ancora in bocca il suo sapore dolce.
«Perché piangi?»
«Perché sono felice.»
Mi spostai sopra di lei per baciarle la bocca.
Ero esausto, ma non riuscivo ad averne abbastanza. Persino respirare mi sembrava uno spreco, non avrei mai voluto smettere di lambire la sua pelle bianca. «Allora non sei fatta di ghiaccio, Nicky.»
Biografia:
I. M. Another ha iniziato a scrivere sin da quando ha ricordi. Ha pubblicato per la prima volta, con questo pseudonimo, il primo volume della trilogia Charming Devil nel mese di settembre 2014. Sono seguiti poi Luring Devil e Chasing Devil, conclusione della serie. Nel mese di aprile 2016 pubblica Bloody Love, fantasy a base di misteri, erotismo e vampiri. La raccolta “Quel Diavolo di un Host” arriva soltanto ad agosto dello stesso anno, con inclusi diversi extra e un finale alternativo. A novembre 2016 pubblica il new adult Fragile, e dopo una pausa, a luglio 2017, esce Rock You: Conquistarti.
Per gli amici Mia, ha una passione profonda per videogames, manga e anime: è da questi tipi di sceneggiature che trae ispirazione. Oltre ai romanzi, scrive articoli per un web magazine italiano a tema videoludico e high-tech.