Buon pomeriggio, oggi voglio segnalarvi il libro "Anime del tempo" dell'autrice Shaarymah Villani. Il libro è edito da Lettere Animate.
Di seguito vi lascio tutto le info del libro e la biografia dell'autrice.
Vi auguro di trascorrere un buon pomeriggio.
Germana
Titolo: Anime del tempo
Autrice: Shaarymah Villani
Dimensioni file: 1060 KB
Lunghezza stampa: 218
Editore: Lettere Animate (18 aprile 2018)
Venduto da : Amazon Media EU S.à r.l.
Sinossi:
Luci flebili di candele, obnubilamento. Un castello. Un volto noto al cuore e dimenticato dalla mente, o quasi. Nei sogni di Selene fin da piccola, frammenti non di questa vita. Due anime antiche smarrite in un continuo tornare, vivere e morire e non trovarsi mai fino al 2013, quando vivranno di nuovo allo stesso tempo sulla terra. Mai conosciuti, ma con gli stessi ricordi, lo stesso amore e lo stesso dolore. La stessa spada, quella notte... Gradara intorno al 1200. Essersi amati tanto, essere traditi da tutti, Paolo e Francesca da allora non si sono più incontrati, se non solo sfiorati nel tempo e nello spazio. Ma adesso qui di nuovo, 21° secolo, nell’attesa di ritrovarsi...
Introduzione al romanzo:
Così nell'ultimo respiro Francesca fu di Paolo per sempre... e Paolo divenne anima della sua anima... cercandosi disperatamente fin oltre l'oblio della vita che si spense e fino a ritrovare la luce negli occhi di Selene e di Mirko, dove le loro anime riebbero il respiro.
E se il tempo non finisse con la vita?
Se quando il tempo finisce non fosse per sempre? E se non andasse tutto perduto? Se si potesse andare oltre l'insperato e oltre la vita stessa... se l'amore fosse tanto forte da tornare e con esso dare vita a un altro tempo? Se volete delle risposte le troverete nel libro “Anime del Tempo” di Shaarymah Villani
Estratti:
“Ti cercherò e ti aspetterò anche al costo di prosciugarmi, di diventare cenere, ma arriverò da te, se a trovarmi non sarai prima tu.”
“Cercherò e vorrò sempre qualcosa di te negli altri senza trovarlo mai.”
“...Due anime che si incontrano e si amano agli inizi dei tempi e che in tutte le vite si cercheranno sempre, finché ritorneranno al principio, per non rinascere più, cancellando le tenebre, e ritornando ancora nella luce.”
“...Le chiavi dei nostri passaggi segreti sono ancora vive nella nostra memoria.
Siamo come zombie ipnotizzati in cerca di qualcosa, qualcosa che non tornerà mai più. Questo passato ci travolge come un’onda, tradendoci, senza lasciarci respiro.”
“...E noi camminiamo invece, come se avessimo i piedi piantati sotto il cemento, ci trasciniamo come se non volessimo andare più via, come spettri dannati, come in un sogno che non si ricorda, con un peso addosso che non si alleggerisce.”
“Dentro di noi albergano ancora quei meandri oscuri della rocca, e le tempeste si scatenano tutt’ora nel nostro inconscio. Siamo coscienti sì, desti, ma con un velo davanti agli occhi, con la mente e l’animaancora nel passato, ancora altrove, ancora persi, assenti come i nostri sguardi.”
“Vi giuro, seppure davvero
dovessi finire in mille pezzi,
in polvere, in cenere,
dispersa nell’acqua,
Legatemi per sempre a lui,
perché non voglio altro,
ora, sempre,
anche quando finiremo
nell’oltretomba, Datemi
qualsiasi altro tormento
se me lo merito,
ma non Toglietemi dal suo cuore,
dalle sue braccia, dal suo respiro
e dalla sua anima.”
-Francesca
“Ma ricorda sempre,
adesso e sempre,
dovessi rinascere un’altra volta
o mille o un’infinità di volte,
se dovessi tramutarmi
in particelle dell’aria,
se dovessi pur finire all’inferno
o in paradiso o rimanere
in questo purgatorio in eterno,
io i tuoi pesi li porterò con me
insieme a te, sulla schiena
e anche dentro, nel cuore.”
- Paolo
“Quando fu sola andò su internet, iniziò a cercare, sapeva bene che cosa: la morte di Paolo e Francesca. In diverse documentazioni c’era scritto che morirono trafitti da
Giovanni Malatesta, con la sua spada li prese entrambi con un colpo, c’era anche scritto del mantello di Paolo impigliato nella botola. Appena lesse ne fu sconvolta, diventò fredda, iniziò a sudare, il sangue le si gelò nelle vene, iniziò a sentire un senso di bruciore sulla pelle, nella testa. Anche se mancava qualche parte, era sicura di aver vissuto quello. Tutto sommato, nessuna documentazione è perfetta, niente può essere riportato alla perfezione dopo centinaia di anni.”
“Francesca si girò velocemente e lo vide, stavolta per bene, chiaramente, e non riusciva a distaccare lo sguardo, e anche lui diresse gli occhi verso di lei, e per qualche secondo, che sembrò un’ora, si guardarono dritti nelle pupille, e non potettero più dimenticare l’uno il volto dell’altra. Anche quando egli fu ormai lontano, lei rimase lì a fissare il vuoto, dove prima era passato Paolo, e stette lì immobile per molti minuti, finché Marilena non glielo fece notare.”
Nel frattempo, Paolo che era venuto al posto di Gianciotto come d’accordo, salì sul carro, ma anche lui era completamente assente e pensava al volto di Francesca e al suo sguardo, alla sua delicatezza, al viso semplice e fresco ma il più bello che avesse mai visto, la pelle chiarissima, gli occhi come il mare, e quella cascata di capelli mogano, così perfetti, e il suo piccolo naso nordico, il suo sguardo magnetico anche se un po’ impaurito, si era accorto che niente l’aveva mai preso così tanto. Avrebbe voluto conoscerla, conoscerla davvero, e magari sposarla lui. Iniziò a provare una grande invidia per suo fratello maggiore. “Devo togliermela dalla testa.” pensò, ma non ne era capace, voleva rifiutarsi di andare a quel ballo, ma il desiderio di conoscerla era più forte di lui.”
“Paolo arrivò, aveva portato a Francesca il suo libro preferito, così per leggerlo insieme siccome erano passati anni dall’ultima volta: era Galeotto – i cavalieri erranti della tavola rotonda. Si salutarono con timidezza, come se fossero dei bambini che ancora devono scoprire l’amore e poi si sedettero su due sedie nella camera di Francesca appoggiando il libro sul leggio di fronte, dopo poco fuori iniziò a scurirsi e prometteva pioggia. Iniziarono a leggere, la loro vista si affaticava perché i raggi del sole erano sempre più deboli e accesero gli stoppi delle candele, ma comunque dovettero avvicinarsidi più al libro e quindi i volti di entrambi erano sempre più vicini. Arrivarono al punto in cui il cavaliere Lancillotto bacia la sua regina Ginevra. La voce iniziò a tremare, smisero di leggere tutto d’un colpo, erano accalorati, Francesca non aveva il coraggio di andare avanti, la sua pudicizia iniziò a prevalere ma Paolo era pieno di passione ed altrettanto agitato; si girarono l’uno verso l’altra, si guardarono a lungo negli occhi, entrambi erano allo stesso tempo intimoriti e presi dallo sguardo dell’altro. Completamente tremanti e frementi si
avvicinarono e si diedero un bacio sulle labbra mentre Francesca lasciò cadere il libro che poco prima aveva preso fra le mani, per stringere le mani fredde e sudate come le sue, del suo Paolo. Ma il bacio poi diventò più che appassionato. Proprio dopo quel momento, da una parete uscì Giangiotto, che seguendo il consiglio del suo fratello minore era rimasto nascosto ad aspettare invece di partire. Il terrore prese possesso degli animi e dei corpi dei due amanti, gli occhi erano sbarrati, pieni di paura; mentre Giovanni gli si avvicinava sempre di più con lo sguardo iracondo, infuriando parole quasi incomprensibili tirò fuori dalla fodera la sua spada mentre Paolo e Francesca si tirarono su dalle due sedie e si facevano sempre più indietro.”
Biografia:
Shaarimah Villani, respira l'arte già dal grembo materno in una famiglia di musicisti e giornalisti. Nasce nella primavera del 1996 in una stanza dalla cui finestra si vede il mare e, il mare come la natura nella sua accezione più totale è l'elemento da cui sente addirittura di "essere composta" tanto a volte da stabilire un rapporto di scambio e fusione tale da influenzarsi a vicenda. Per amore di tutto ciò che osserva inizia ad appassionarsi all'arte e alla fotografia per cui si specializza e consegue diploma. La sua passione più grande, vivere in bilico tra sogno, anima e realtà, nei tempi e nelle epoche che adora trasformare in scrittura, per portare il mondo che è fuori, nel suo mondo.