Di cosa parla L’uomo dei piccioni di Salvatore Scalisi
E’ la malattia del secolo o forse si cade in depressione quando si ha tutto e non si riesce a desiderare null’altro o forse è una debolezza che coglie in un momento di distrazione?
Stefano, il protagonista de L’uomo dei piccioni è un individuo come gli altri, con una famiglia che lo ama, un lavoro che gli permette di prendersi cura della sua vita, quella di sua moglie e suo figlio, ha una passione, la scrittura, ma tutto questo sembra non bastare.
Sì, perché un giorno, dopo aver fatto l’amore con la sua compagna, le dice che ha deciso di prendersi un periodo di pausa dalla famiglia, dal lavoro, da ogni altra cosa, per ritrovare se stesso. E’ così che inizia la sua piccola avventura per strada.
Stefano diventa un barbone che riempie le giornate con lunghe attese su panchine che sembrano dimenticate, con cibi che gli vengono regalati, su pensieri che colmano la sua solitudine ricercata. Quelle che sono delle verità assolute, insostituibili, come l’affetto e il calore familiare, vengono sostituite da incertezze che, paradossalmente, sembrano dare maggiore stabilità.
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In maniera invisibile Stefano si aggira per le strade, diventa l’uomo dei piccioni, si abbandona a se stesso in cerca di qualcosa, trova amici e storie simili alle sue, si confonde con leggerezza tra la folla, spesso non viene capito per la sua scelta così azzardata, così priva di senso per chi possiede tutto quello che conta.
Stefano osserva, raccoglie immagini, idee, storie altrui, riesce a guardare oltre la scena che ha davanti, oltre le persone che gli passano accanto e diventa ogni giorno più simile ai piccioni, che possiedono una libertà assoluta, ma non ricercata, un dono che può apparire a volte come una privazione.
Intanto a casa c’è qualcuno che l’aspetta, che non ha smesso di sperare, che resta tra la porta di casa e la strada, in attesa del suo ritorno. Mentre tutto il resto prosegue nel suo scorrere inesorabile trascinando ciò che gli passa davanti, come un uragano.
Salvatore Scalisi, nel libro L’uomo dei piccioni, sembra usare i guanti, non tocca mai con mani nude la superficie del mondo, ma l’accarezza proteggendo delicatamente la realtà di certi argomenti, come questo che vede protagonista un uomo che vive per strada lasciando fuori ogni cosa, per ritrovarsi dentro.
Nel racconto il “male” è rappresentato da Giacchetti, un losco individuo alle prese con uno sporco giro d’affari illeciti, mascherati dalla gestione di un elegante e raffinato ristorante. Il personaggio porta a compimento una serie di delitti con i quali distrugge anche la propria famiglia.
Parker, dopo aver risolto brillantemente il”caso Giacchetti”, deve continuare a fare i conti con la sua solitudine e le sue angosce. Ma le ultime esperienze di lavoro e di rapporti umani, lo hanno avviato al superamento dei suoi incubi; egli è più sereno e più pronto a ricominciare, insieme con Kate, la sua unica figlia. È per lei che proverà ad avere fiducia nell’avvenire; è per lei che riproverà a vivere.
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