giovedì 4 novembre 2021

Segnalazione Chasm - Secrets you Keep di Ska W. Barnes - "Breve come la notte" di Alessia Malvestio e Michele Boschiero Brè Edizioni - "Endurance" di Viola Lewis - "Vivi davvero?" di Federico Galantini e Nikolai Tisci e "Socc’mel" di Ivano Mingotti Brè Edizioni

Buongiorno, stamattina vi consiglio alcuni libri i cui titoli sono :

Chasm - Secrets you Keep di Ska W. Barnes im collaborazione con Emy di Sognare Leggi e Sogna
- "Breve come la notte" di Alessia Malvestio e Michele Boschiero in collaborazione con Brè Edizioni
- "Endurance" di Viola Lewis
- "Vivi davvero?" di Federico Galantini e Nikolai Tisci edito Passione Scrittore - Partner Mondadori
- "Socc’mel" di Ivano Mingotti in collaborazione con Brè Edizioni

Di seguito le info e le trame dei libri. 

Germana Trinca 

Titolo: Chasm - Secrets you Keep
Genere: New Adult, Urban Fantasy, Action
Trama: 
Jane Atlas non ha mai preteso nulla dalla vita, solo un lavoro stabile, una famiglia normale e giornate colme di tranquillità. Dopo essersi lasciata alle spalle un passato burrascoso, le cose sembrano procedere senza problemi; si è trovata un'occupazione all'AIS, l'Agenzia Investigativa del Sovrannaturale, lavoro che la soddisfa e riempie le sue giornate di banale e felice semplicità.

Almeno fino a che non riceve la notizia del proprio trasferimento alla Torre degli Operativi.

Jane si ritroverà con le speranze spezzate nel momento in cui realizzerà che, alla Torre, nulla è facile. La sua quotidianità verrà stravolta e riemergeranno in lei delle ombre insidiose che la tormenteranno.

Eppure tra queste tenebre potrebbero tornare a risplendere dei sentimenti che pensava di aver abbandonato per sempre, tra questi sconosciuti potrebbe ritrovare l'affetto verso gli altri e se stessa, e tra le difficoltà potrebbe riscoprire una famiglia.

Ma quante volte le cose possono cambiare prima di frantumarsi?

Strani e pericolosi individui turberanno la loro pace, riportando a galla spettri di un cruento passato che l'AIS aveva tentato di seppellire.

L'oscurità inizierà a strisciare nuovamente nella sua vita, distruggendo ogni illusione di stabilità che aveva ottenuto.

      "Siamo Guerrieri, Jane. Non si torna da una battaglia senza qualche ferita da ricucire o qualche cicatrice di cui prenderci cura. Non siamo indistruttibili, siamo solo un po' speciali."

Titolo: Breve come la notte

Autori: Alessia Malvestio e Michele Boschiero

Editore: Brè Edizioni

Pagine: 235

In ebook solo su Amazon a 3,99€ anche in KU

In carta a 14€ nelle principali librerie online e fisiche

Genere: narrativa d’amore

Link ad Amazon https://amzn.to/3AynQsR

In vendita dal 19 settembre 2021


SINOSSI

Irene è una ragazza con un presente nebuloso e un passato che la tormenta. Introversa e disponibile, ama Riccardo e adora Alice, l’amica di una vita, ma il lavoro non la soddisfa. Ha sempre sognato di diventare pasticcera, non ce la fa più a consegnare pasti alle mense aziendali a bordo del suo sgangherato furgoncino. Aspetta solo una telefonata che potrebbe cambiarle la vita. È quando sembra che le cose vadano per il meglio, che scoppia un nuovo temporale: riappare Andrea.

Perché l’ex fidanzato è tornato dalle macerie del passato? Cosa ne sarà di lei ora? Sarà disposta a dubitare delle proprie certezze? Ignorarlo è impossibile, cercarlo inevitabile.

Nella vita, nel lavoro e in amore è necessario fare delle scelte. Bisogna rischiare e spesso le soluzioni non sono scontate. Sul suo cuore sta per calare una nuova Notte, troppo breve per dipanare ogni incertezza. Siamo davvero disposti a perdere noi stessi senza sapere cosa ci aspetta?


Biografie


Alessia Malvestio, classe 1995, dopo una laurea in lingue, letterature e culture moderne conseguita presso l’Università degli Studi di Padova nel 2017, ha frequentato il Master in professioni e prodotti dell’Editoria di Pavia. Nel 2020 ha pubblicato il suo primo romanzo Non solo le stelle brillano in cielo, edito da Bertoni Editore.


Michele Boschiero, classe 1994, nato a Venezia, da anni coltiva la passione per la scrittura, alternandola a quella per la lettura di romanzi d’avventura, classici intramontabili o narrativa contemporanea.


Con il racconto Dalle mie mani alle tue, Alessia e Michele si sono aggiudicati la finale del Concorso Letterario Nazionale “Rina Gatti” 2020.

Breve come la notte è la loro prima opera a quattro mani.


Estratto:

Quel sabato Irene non lavorava: era per questo che si era concessa il lusso di tornare a casa tardi la sera prima. Fin dall’assunzione, il sabato era stato considerato più lavorativo che feriale, tranne quando capitava il turno di riposo. Tanto a casa non ho nulla da fare, pensava ogni volta che un collega le chiedeva di sostituirla, anche di sabato, o quando l’azienda necessitava di qualcuno ‒ ovvero di lei, sempre lei ‒ che provvedesse a rimettere ordine in tutta la confusione che chissà perché si creava ogni settimana.

Era proprio grazie o a causa di questa sua strana convinzione che Irene aveva in arretrato diverse commissioni, e si era imposta proprio quel sabato di svolgerne il più possibile.

Ricordava in modo vago il momento in cui Riccardo l’aveva baciata prima di uscire, nonostante non fosse trascorsa nemmeno mezz’ora. Aveva dormito poco e si era subito risvegliata.

Irene si alzò dal letto, si spogliò e si tuffò sotto la doccia.

L’acqua le impregnò i capelli, scorse lungo le spalle e attorno al collo, favorì la curva di seni e fianchi, superò il basso ventre e si affusolò attorno alle gambe, offrendole una nuova tipologia di calore.

Il mal di testa era passato. Se ne era accorta mentre, le palpebre abbassate, permetteva al getto d’acqua di bagnarle il volto. Si sentiva comunque stanca e assonnata, ma almeno quel pulsare insistente era svanito. Provò il desiderio di raggiungere il parco e svolgere alcuni esercizi di yoga. Le avrebbero fatto bene, ne era certa. Al di là dell’ormai abituale ma vaga sensazione di spossatezza, avvertiva il proprio corpo leggero, vivo, reattivo, pronto a qualsiasi movimento. Sapeva però che queste sensazioni non sarebbero durate in eterno, ma si sarebbero trasformate in fumo non appena con lo sguardo avesse sfiorato la propria immagine allo specchio. Non era soddisfatta di ciò che ogni volta vedeva, sebbene Riccardo ‒ e Andrea prima di lui ‒ si ostinasse ad affermare il contrario.

Giusto, Andrea.

Era comparso per caso alla festa di Alice, e sempre per caso aveva trovato lei, Irene. Dice di voler rimediare, ma come potrebbe riuscirci? Non mi interessa e non ci voglio pensare.

Uscì dalla doccia in fretta, come se il pensiero di Andrea l’avesse messa di malumore e volesse liberarsene al più presto.

Avvolse il proprio corpo in un soffice asciugamano, fece lo stesso con i capelli e si trovò dinanzi lo specchio. Dietro il panno soffice c’era un corpo dalle forme desiderabili, ma non sempre aggraziato e proporzionato, non certo come quello di Alice. I capelli, mossi anche da bagnati, contornavano un volto qualunque, con occhi verdi, sopracciglia fini, una fronte spesso pensierosa.

«Fortuna che è appannato. Ora però devo sbrigarmi, così vado a comprare un nuovo smartphone. O è meglio se provo a riparare quello vecchio? Mmm… chissà quanto costa sistemare lo schermo. Potrebbe valerne la pena?» Ebbe la tentazione di prendere il cellulare per cercare informazioni online, ma rise di se stessa ricordando che, con lo schermo in frantumi, qualunque azione sarebbe stata impossibile.

Troppo strana una doccia senza musica. Avrei apprezzato qualche nota dei Red Hot Chili Pepper, o, perché no, anche dei Thirty Seconds to Mars.

Mentre si asciugava i capelli si accorse che la mente tornava sulla giornata precedente proprio quando i pensieri finirono su Riccardo, sul suo sopraggiungere a quell’ora del mattino, sulla strana necessità di affrontare un discorso così vago e senza senso. Almeno all’apparenza. Perché non poteva aspettare questa mattina?

Non era preoccupata per il sonno perso: era una rinuncia da nulla in confronto alla presenza di Riccardo; la insospettiva invece il contesto, l’oggetto, la situazione… tutto quanto. Perché Riccardo si era disturbato?

La serratura scattò e Irene balzò per lo spavento, come colta di sorpresa.

«Irene? Sono tornato.»

Udì il rumore di alcuni passi, prima di vedere la porta del bagno aprirsi. Non aveva l’abitudine di chiuderla a chiave. Spense il phon.

«Riccardo. Come è andata la corsa? E l’occhio nero? Come ti senti?»

«Tutto bene. L’occhio non mi fa male. Mi sento energico. Oggi sono soddisfatto. Correre in autunno con questo fresco mi dà una carica pazzesca!» il tono di voce risultava leggermente affaticato, conseguenza dello sforzo appena fatto.

Lei annuì, dandogli le spalle e limitandosi a incrociare il riflesso dei suoi occhi allo specchio, nonostante il vetro appannato.

«C’è qualcosa che non va? Sembri pensierosa.»

Possibile che mi abbia letto nella mente? Con Riccardo questa non era una novità: riusciva, chissà come, a intuire lo stato d’animo di Irene solo guardandola. Ci azzeccava con una precisione tale da farle temere che i suoi pensieri non fossero abbastanza al sicuro e che esistesse una chiave per intrufolarvisi che solo lui possedeva. O mi conosce così bene da saper interpretare il mio corpo e i miei atteggiamenti. Nah, sicuramente mi legge la mente. Prova! Uno, due, tre! Prova! Finge di non sentire.

«Sono solo concentrata. Per me non è facile asciugare i capelli come lo è per te. Forse dovrei spuntarli, che ne pensi?»

«Se anche li tagliassi, io non me ne accorgerei, quindi vedi tu.»

L’appannamento del vetro stava sbiadendo ma Irene, lanciandovi un’occhiata, non ebbe il tempo di studiare il proprio corpo e criticarlo. I suoi occhi caddero su quello di Riccardo, che si stava spogliando per entrare in doccia. La t-shirt sudata, incollata al busto, ne metteva in risalto i muscoli ben delineati. Gli addominali scolpiti e le braccia allenate facevano trasalire. Sensazioni che Irene aveva provato giusto quella notte.

«Mi raccomando, non usare troppo shampoo.»

Lui fece un occhiolino che raggiunse Irene solo dopo essere rimbalzato sullo specchio.

«Potresti aiutarmi con le dosi.»

«Lo farei volentieri, lo sai, ma sono di corsa. Purtroppo sei arrivato tardi. La prossima volta dovrai correre più veloce.»

«La prossima volta non ci vado neanche, a correre.»

L’acqua prese a scrosciare sul corpo nudo di Riccardo mescolandosi alle sue ultime parole.

«Io esco. Prima che tu te ne vada, puoi aprire le serrande per far passare un po’ di luce? Poi ricordati di chiudere a chiave, mi raccomando.»

«Vedo cosa riesco a fare, devo consultare la mia agenda.»

«Stasera usciamo?» gli chiese Irene «potremmo mangiare qualcosa insieme. Mi hanno suggerito un posto davvero curioso.»

«Ehm, stasera sono già d’accordo con Francesco. Me l’ha chiesto qualche giorno fa.»

«Va bene» rispose. Lo specchio catturò la smorfia di delusione che le incupì il volto «nel caso cambiassi idea, fammi sapere. Ci vediamo!»


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Titolo: Vivi davvero?

Autori: Federico Galantini e Nikolai Tisci

Editore: Passione Scrittore - Partner Mondadori
Data di uscita: ottobre 2021

Genere: saggio-romanzo

Pagine: 120

Formato: ebook e cartaceo

Prezzo: ebook 5.99€, cartaceo 13€

Disponibile su numerose librerie online, tra cui Amazon


Sinossi:

La società, la libertà, le responsabilità della vita in rapporto con i cellulari, i social network, i “like”: sono questi alcuni degli argomenti trattati nell’opera. I due protagonisti, Federico Galantini e Nikolai Tisci, si pongono domande assolutamente attuali e condivisibili: come interagire con gli altri, soprattutto dopo una pandemia che ci costringe a isolarci; quanto è importante il ruolo genitoriale e quello dell’educazione nella vita di una persona; quanta libertà abbiamo nella società in cui viviamo; quanto siamo disposti a pagare per la visibilità sui social. In un mondo in cui la moneta di scambio è il “like”, i due giovani si interrogano sulle conseguenze dello sviluppo della tecnologia e sull’enorme spazio che ormai ha nella nostra vita, ma non solo.

Gli autori, che non sembrano aver paura di dire ciò che pensano, aiutano il lettore a riflettere su interrogativi quasi esistenziali e lo guidano incoraggiandolo a sviluppare un proprio pensiero e a sostenerlo, soprattutto se diverso da quello che coloro scrivono.


Gli autori:

Federico Galantini: indicato nel testo con il nome “Scrittore” (in quanto effettivo scrittore di tutto il testo) pone al suo amico domande specifiche spaziando fra argomenti attuali. Tutto si può collegare però a più facce della solita medaglia ovvero la società moderna. Egli si esprime anche personalmente descrivendo vere situazioni di attualità e indicando letture consigliate. I suoi studi sono stati in ambito scientifico e lavora nel settore che più è riconducibile ai suoi titoli; però ha studiato anche Scrittura Creativa e ha approfondito gli studi sul settore editoriale. La sua prima pubblicazione, auto prodotta in quanto di difficile mercato, si intitola “Volontariamente”, i cui ricavati sono stati donati in beneficenza.


Nikolai Tisci: indicato nel testo con il nome “Saggio” risponde alle domande che gli vengono poste esponendosi anche su tematiche che gli sono molto vicine. Definito un “Saggio moderno” in quanto per anni è stato affiancato da figure sagge, responsabili e con un’ampia mentalità; ha letto molti libri di Osho e per molto tempo della sua vita si è dedicato alla meditazione, a come stare meglio con sé stessi e come togliere di dosso l’ansia e problematiche legate alla mente. Ha avuto un percorso di vita tortuoso, dalla Russia all’Italia nazione in cui vive fin dall’adolescenza.


SCHEDA PRESENTAZIONE DEL ROMANZO Socc’mel

Titolo: Socc’mel

Autore: Ivano Mingotti

Editore: Brè Edizioni

Pagine: 184

In ebook solo su Amazon a 2,99€ anche in KU

In carta a 12€ nelle principali librerie online e fisiche

Genere: umoristico, dissacrante surreale fantasy

Link Amazon https://amzn.to/3BI9TsG

In vendita dal 2 ottobre 2021

SINOSSI

Pietro è un truffatore senza remore né paura; gode del brivido di fregare l'altro e di scamparla, e la sua vita è costellata da continue fughe e tradimenti. Un bel giorno, però, il mondo decide di finire. E Pietro non può certo truffare l'Apocalisse. Una tragicommedia ambientata nell’Italia attuale, mentre i Quattro Cavalieri danno fuoco al mondo e Gesù Cristo fa surf sulla Statale 33. Un romanzo dissacrante, divertente, per sorridere mentre si riflette su concetti profondi.


Biografia

Ivano Mingotti, classe 1988, è autore di romanzi, sceneggiatore e creator. Ha all'attivo 13 romanzi pubblicati per medio-piccoli editori, 3 sceneggiature teatrali depositate in SIAE e gestisce il canale Youtube “BookTopics” attraverso il quale intervista personalità di spicco del panorama nazionale italiano (tra gli altri Marco Rizzo, Cicap, Inaf, etc.). Ha gestito per anni le collane Nuove Luci e Idea di Amande Edizioni.


Estratto

Sì, Lui. Per la terza volta di fila passa davanti a casa mia pattinando sulla via, avanti e indietro. La veste lunga, di un bianco candido, una coroncina sulla testa, lunghi capelli sulla carnagione olivastra. Sì, schettina direttamente sul cemento. Peccato che non indossi nessun pattino, sta pattinando sulla strada a piedi nudi, così come camminava un tempo sull’acqua, a quanto si dice. Perché non può essere che lui.

Gesù Cristo.

Rimango sbalordito a osservarlo, il ciuchino che lo fissa mentre torna e va, torna e va di nuovo. Mi chiedo se sia qui per me o se si stia solo divertendo, certo la coincidenza è devastante. Tasto il bancone della cucina con la punta delle dita in cerca del bicchiere d’acqua lasciato poco prima senza scollarmi dalla finestra, e non riesco a slacciare gli occhi da Lui. È pure bravo, a pattinare. Insomma, mi verrebbe da dire che pattina da Dio, ma è troppo scontata come battuta.

Alla quinta volta che passa mi nota di sfuggita, e al suo ritorno fa un breve giro su se stesso tenendo i piedi a papera, quindi si mette anche Lui a fissarmi. Rimaniamo così per chissà quanto.

«Ehi!» mi strilla dalla strada.

Io mi guardo intorno, cerco alle mie spalle, quindi punto un dito sul mio petto, come a chiedere se si stia rivolgendo davvero a me.

«Vedi qualcun altro?» mi fa.

Scuoto la testa, no, è ovvio che stia parlando con me.

«Ti ho visto che mi spiavi» grida.

Gesticolo, gli faccio capire che no, non stavo assolutamente spiando. Quello viene più vicino, pattinando ora anche sull’erba del giardino, deviando per superare ciuchino con una manovra elegante, quindi arrivando alla finestra, a pochi centimetri dalla mia faccia. Batte sul vetro.

«Apri.»

Annuisco, e cerco un modo per girare la maniglia. Sono nervoso, impacciato, ho davvero difficoltà ad aprire.

«Va bene, ho capito» e batte le mani. Incredibilmente, la finestra mi si apre davanti, come se il vetro non fosse mai esistito, mentre una breve brezza prende a solleticarmi il viso. Sento l’odore di Gesù Cristo, è buono: non so che profumo mi ricordi, ma qualcosa di ricco, fruttato.

«Allora, perché mio padre ti manda a spiarmi?» mi chiede.

«No no, io...»

«Dai, per favore. Non c’è bisogno di fare tutti questi giri. Cosa ti ha promesso?»

«No no, sul serio, non la stavo guardando, io...» cerco di farfugliare qualcosa.

«Come no.»

«No no, glielo giuro!»

«Certo, stavi solo sorseggiando un bicchiere di vino guardando le nuvole in cielo, vero?»

«No no, è acqua!» mi volto per cercare il bicchiere e farglielo vedere. Lo prendo in mano, e appena mi volto per mostrarglielo il contenuto si rabbuia, diventa violaceo, è tale e quale al vino rosso. Porco cane.

«Eh lo so, succede.»

«Ma io...» farfuglio di nuovo. Porto il bicchiere davanti al volto, cerco di capire.

«Piaciuto? Te l’ho fatto addirittura no look. Figo, no?» sembra divertito.

«Sì, figo.»

«Assaggia, su.»

Annuisco. Porto il bicchiere alla bocca con una certa paura, quindi butto giù un sorso. Che Dio mi fulmini se non è Barbera.

«O preferivi un Sangue di Giuda?» mi chiede, divertito.

«No no.»

«Allora, perché mi vuol far spiare?»

«Non lo so, io ero soltanto...» non faccio in tempo a finire la frase che mi ficca un indice teso davanti alla bocca.

«Shhhh. Non c’è bisogno. So benissimo quanto può essere persuasivo mio padre, su. Che ti ha promesso, la vita eterna? Un posto alla sua destra? No, aspetta!»

«Cosa?» cerco di mormorare, con la bocca mezza tappata dal suo dito.

«Un attico in Paradiso. Ecco, lo sapevo, di nuovo. Santo cielo!» e finalmente mi toglie il dito dalla bocca.

«Io non...»

«No no no, lo capisco. Voi mortali siete così, non potete farci niente. Vi fanno una promessa, vi prendete bene, e tac, ci cascate. Che poi non capisco perché voglia farmi spiare. È la fine del mondo, potrò divertirmi un po’, no?»

Annuisco, sono decisamente spaventato: ho notato sotto il dito teso una delle due stigmate, in pieno palmo.

«Vabbè dai, perdonato, non ti preoccupare. Ma tu come ti chiami, hai detto?»

«Pietro.»

«Ah sì, Pietro. Bel nome eh. Eh, certo che... no no, scusami, solo brutti ricordi. Quando un amico ti tradisce così, sai...»

«Ti tradisce?»

«Sì sì, tradisce, tradisce. Ma roba di secoli fa, non preoccuparti. È che è un po’ una ferita aperta» e si strofina il mento con la mano, la stigma in bella vista.

«Eh, aperta» mormoro.

«Che devo dirti la verità, eh, dopo quella storia della crocifissione avevo anche una mezza idea di mandarvi tutti a fanculo e chiedere a papà il favore di mandarvi all’inferno, ma sai, mio padre non avrebbe mai accettato. Sai com’è, il suo grande piano.»

«All’inferno?» biascico.

«Sì, l’inferno. Sai, quello con le fiamme altissime, i diavoli che ti pungono il sedere, le punizioni. L’inferno, insomma. Te ne avrà parlato papà.»

«In realtà no.»

«Ma sì, Pietro, dai, lo so che usa sempre la minaccia dell’inferno con voi, non fare il timido. A me puoi anche dirlo, a volte è davvero antipatico. Sì, molto antipatico, a volte. È che quando sei lassù ti credi chissà chi e... capisci?»

«Certo, certo» butto giù un altro sorso di vino. Me ne servirebbe una bottiglia intera, diamine. Continuo a fissargli le stigmate, e dalla fronte ha cominciato a scendergli una lacrima di sangue.


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