In collaborazione con la Words Edizioni voglio segnalarvi anche l'uscita del libro IL Bacio scritto dall'autrice Simonetta Caminiti.
Di seguito la trama del libro.
Germana - Pensieri Sconnessi
Titolo: IL BACIO
Data di pubblicazione: 25 Marzo 2020
Genere: Narrativa, romanzo di formazione
Trama:
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Il terzo millennio sta per arrivare. Scalcia pieno di aspettative anche alla porta di Diana, diciassettenne a Roma nel 1999. |
Diana, che vede nel suo riflesso allo specchio la Eleanor Rigby dei Beatles, confida i suoi segreti a una bizzarra suora laica e, perfino nella sua scarsa vita sociale in parrocchia, soffre l’ombra della sua sorella adottiva: Khady, metà senegalese, metà francese, troppo bella e troppo dolce per essere vera. |
A vent’anni dal Duemila, Il Bacio è la storia di un primo amore decisamente fuori dagli schemi. Una storia quasi futurista di integrazione e conflitto, crescita, scoperta e incantesimo dell’attesa.
Estratto: Quando avevo diciassette anni, Eleanor Rigby ne aveva trentatré. La sua canzone, intendo. Era il marzo 1999, e mi era venuto in mente di inventarle una vita più precisa dell’ombra emaciata e illusa in cui l’avevano confinata i Beatles. La storia di un angelo – tale Eleanor R., la mia – che aveva disseminato il cielo di stelle. Ma non erano proprio stelle: erano granuli bianchissimi, come chicchi di riso sfuggiti alla sua mano mentre correva inebriata dall’altra parte del cielo. E vi era arrivata correndo, naturalmente, per abbracciare John Lennon. Ero piena così di quella canzone. Mia madre, che apprezzava tanto i Beatles, mi aveva raccontato la storia di Eleanor R. cento volte: anche la sua novella inedita era ispirata a quel testo. La meravigliosa storia di Eleanor, sorella di padre McKenzie, che finisce senza memoria e senza amore, celebrata dal sermone di suo fratello il giorno di un funerale desolato. Sepolta poi in un giardino della Scozia orientale, dove i gatti in calore senza patria vanno a piangere. Nella mia compilation artigianale, il brano si trovava sulla traccia numero undici: alla fine strideva, s’increspava odiosamente. Eppure quella sera l’ascoltai a non finire. Mia sorella Khady era lì di fianco a me, col suo manuale di anatomia, sul suo letto dalla trapuntina vinaccia. Senza scomporsi, osservò che quella canzone ormai stava sulle scatole a tutti, e già da un po’. Ma c’è da dire Khady non è proprio mia sorella. Non sarebbe agile né fruttuoso spiegare tutta la trafila dell’amore che i miei nutrirono per lei a prima vista (che poi è la trafila della sua adozione, molto fortunata); ma fu adottata all’età di cinque anni, quando io ne avevo tre e mezzo, e da allora in poi crescemmo e vivemmo proprio come sorelle. E altro che storie
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